"Le bici del progetto "ScuolaInBici" | abbandonate all'Amt" - Live Sicilia

“Le bici del progetto “ScuolaInBici” | abbandonate all’Amt”

La denuncia dei consiglieri Notarbartolo, Anastasi e Vullo.

L'interrogazione
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3 min di lettura

CATANIA. I consiglieri Niccolò Notarbartolo, Sebastiano Anastasi, Antonino Vullo hanno depositato una interrogazione consiliare inerente l’abbandono di centinaia di biciclette del progetto ScuolaInBici nei magazzini dell’Amt. 
Eccola di seguito: 

“Il progetto “ScuolaInBici” promosso dal Comune di Catania su finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per realizzare un servizio di noleggio gratuito di biciclette ad uso degli allievi degli Istituti Superiori di II grado e del personale scolastico. Suddetto servizio – finalizzato a favorire lo spostamento sostenibile della popolazione scolastica, privilegiando l’uso di mezzi non inquinanti e al fine di scoraggiare l’uso del mezzo privato – è sicuramente stato un disastroso fallimento della passata amministrazione che ha speso oltre un milione di euro di finanziamento pubblico per un’iniziativa che non ha prodotto alcun risultato.

Nel 2013 l’assessore Rosario D’Agata dichiarava alla stampa che «per quel che ne sappiamo noi, le bici sono state consegnate e la responsabilità è dei presidi che le hanno in consegna».

Sull’uso di mezzi, spazi e personale dell’A.M.T. (Azienda metropolitana trasporti) da parte dell’associazione Mediterranea Autobus Storici A.M.A.S.:
Come appreso dalla pagina Facebook, l’Associazione persegue la meritoria finalità “di preservare gli autobus di interesse storico che per decenni sono stati protagonisti del trasporto pubblico italiano e realizzare, quindi, un grande e completo museo del centro/sud Italia con diverse sedi dislocate in diverse città. Organizzare, inoltre, manifestazioni e rievocazioni storiche con i veicoli d’epoca, gite sociali su autoveicoli storici, mostre fotografiche e modellistiche”.
Sempre sulla propria pagina Facebook l’associazione ha caricato dei video in cui si vede chiaramente che camion, veicoli e dipendenti dell’A.M.T., che ne sopporta il costo, vengono utilizzati per il perseguimento dei fini statutari dell’Associazione.

Ritenuto che

Il fallimento del progetto della precedente amministrazione non giustifichi la colpevole inerzia dell’attuale giunta Bianco che ha deliberatamente deciso di abbandonare circa 150 biciclette elettriche quasi nuove in una rimessa dell’A.M.T., sottraendole in maniera sciagurata alla collettività.

Benché idealmente riteniamo meritoria l’attività di recupero di autobus storici per realizzare un museo, l’utilizzo di spazi, mezzi e personale dell’A.M.T. per fini non aziendali possa essere autorizzato esclusivamente nel rispetto della normativa vigente.

Per le motivazioni sovra esposte, gli scriventi Consiglieri

INTERROGANO

L’Amministrazione comunale chiedendo:
Come si concilia la propaganda sulla mobilità sostenibile e sull’incentivazione dell’utilizzo della bicicletta quale mezzo di trasporto con l’abbandono di oltre 150 biciclette di valore significativo lasciate a deteriorarsi in una rimessa dell’A.M.T.?
Si ritiene eticamente accettabile sottrarre alla collettività biciclette e colonnine “cicloposteggio”, per il cui acquisto sono state spese centinaia di migliaia di euro di risorse pubbliche, preferendo abbandonarle in magazzini dell’A.M.T. lontane dagli occhi indiscreti dei cittadini?
Chi ha autorizzato lo scarico delle colonnine “cicloposteggio” avvenuto pochi giorni or sono nei magazzini dell’A.M.T. e di chi erano i dipendenti che le hanno smontate e trasportate?
Perché l’Assessore alla mobilità dichiarava di non sapere dove fossero le biciclette quando erano invece ammassate nei magazzini dell’A.M.T.?
A che titolo l’A.M.A.S. Associazione Mediterranea Autobus Storici utilizza spazi, mezzi e personale dell’A.M.T.?
L’apertura all’utilizzo dei privati dell’ampio parcheggio del Centro Direzionale, certamente sottoutilizzato, e dell’officina dell’A.M.T. è una scelta strategica dell’Amministrazione volta a incrementare i ricavi della azienda partecipata che controlla?”.


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