Le grandi manovre - Live Sicilia

Le grandi manovre

Si pensa già al dopo Lombardo. Si pensa già al successore del presidente della Regione. I partiti hanno già cominciato le grandi manovre. Ecco gli scenari.

“Si potrebbe anche offrire all’Udc il candidato presidente”. Nel Pd qualcuno lo ammette già. Senza metterci la faccia per il momento. Ma se ne parla, eccome. Ottobre è dietro l’angolo e i partiti si stanno mettendo all’opera per il voto anticipato che sceglierà il successore di Raffaele Lombardo. Prima di avere un quadro definito delle coalizioni che si sfideranno e dei candidati presidente, si dovranno consumare almeno tre passaggi. Il primo, ovviamente, è quello del voto amministrativo del 6 e 7 maggio. Che avrà ripercussioni sulle scelte di ottobre. A Palermo, per esempio, Pdl, Grande Sud e Udc si sono presentate insieme. Ma il bis dell’alleanza su scala regionale, auspicato da Alfano e Miccichè, è tutt’altro che scontato. L’assenza di Pierferdinando Casini sul palco del Politeama alla kermesse di Massimo Costa lo conferma. Il leader centrista verrà oggi a dar man forte al suo candidato, ma domenica ha lasciato la scena a Gianpiero D’Alia, che in tutte le salse ha ribadito la natura localistica dell’alleanza. L’Udc, insomma, mantiene come nel suo stile tutte le porte aperte. Il risultato di Palermo potrà invogliarla o scoraggiarla nella scelta di restare a braccetto con Alfano. Ma molto dipenderà da cosa accadrà a Roma. È questo il secondo nodo da sciogliere e riguarda il destino del governo Monti. Se i professori sopravviveranno all’estate e arriveranno a fine legislatura, in Sicilia si potranno creare patti in ordine sparso, proprio come auspicato da Raffaele Lombardo.

In quest’ottica, l’ago della bilancia potrebbe essere proprio l’Udc. Destra e sinistra si contendono il partito di D’Alia. E il leader messinese potrebbe essere il candidato dello schieramento che si accaparrerà lo scudo crociato. Anche se nel centrodestra le ambizioni di Gianfranco Miccichè e Francesco Cascio (ma anche Giuseppe Castiglione è della partita) sono ben note. E a sinistra i nomi di Beppe Lumia e Massimo Russo circolano con insistenza. Eppure, nella coalizione che oggi sostiene Lombardo, né Russo né Lumia trovano consensi generali. Fli non si entusiasma per nessuno dei due, tanto per fare un esempio. E anche nel Pd ci sono molte perplessità. Se Fabrizio Ferrandelli vincesse a Palermo, peraltro, paradossalmente l’ipotesi Lumia potrebbe perdere smalto: difficile in una logica di coalizione pensare di concentrare Palazzo delle Aquile e Palazzo d’Orleans nelle stesse mani. E allora l’idea potrebbe essere quella di riportare l’Udc nella vecchia maggioranza di governo, invogliandola con la candidatura a Palazzo d’Orleans. Un’idea che oggi è già ben più di un gossip malgrado tutti attendano il 21 maggio prima di fare qualche passo ufficiale. Dopo le elezioni, quando il Pd avrà fatto chiarezza al suo interno e avrà trovato una voce sola con cui parlare (è questo il terzo nodo da sciogliere), la trattativa si farà seria. Nel frattempo qualcuno coltiva ancora il sogno di una discesa in campo di Piero Grasso. Fantapolitica, per il momento.


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