Sono utilizzabili le intercettazioni effettuate dalla Procura di Palermo a carico del deputato regionale di Forza del Sud Franco Mineo accusato di essere un prestanome di Angelo Galatolo, esponente della famiglia mafiosa dell’Acquasanta, e di malversazione.
Lo hanno deciso i giudici della quinta sezione del tribunale che hanno respinto l’eccezione presentata dai legali del deputato regionale che, tra l’altro, sostenevano che i decreti che autorizzavano le intercettazioni non fossero sufficientemente motivati. Il parlamentare è sotto processo insieme allo stesso Galatolo e all’ex presidente della Onlus Caput Mundi: secondo l’accusa i finanziamenti destinati alla fondazione sarebbero stati usati per le spese elettorali di Mineo.