Le leucemie e l'impatto in Sicilia, quelle terapie che salvano la vita

Le leucemie e l’impatto in Sicilia, quelle terapie che salvano la vita

Il punto sullo stato della malattia e sulla cura

PALERMO “E’ stata un’occasione di confronto importantissima. C’erano tutti gli ematologi siciliani e molti colleghi non siciliani. Ci siamo incontrati per affrontare, in sinergia, la problematica delle leucemie acute e fare qualcosa insieme”. La dottoressa Caterina Patti, primaria dell’Oncoematologia dell’azienda ospedaliera ‘Villa Sofia-Cervello’ di Palermo, commenta così un convegno che si è tenuto a Cefalù, nei giorni scorsi. E si scopre, ma non è una storia nuova, che la sanità siciliana, nonostante i suoi molteplici guai, può rappresentare il punto di riferimento in segmenti specifici.

Abbiamo ricevuto riscontri significativi – dice la dottoressa -. In Sicilia, ma lo sapevamo già, c’è un’ottima realtà, in termini di ricerca e assistenza, come ha confermato lo scambio con i massimi esperti. E’ necessario condividere le esperienze, i trattamenti all’avanguardia, per potere dare un’offerta uniforme”.

La lotta alle leucemie

“Teniamo presente – spiega la primaria – che un ruolo essenziale, nel nostro lavoro, lo svolge il laboratorio, con lo studio della patologia specifica dei pazienti, in modo da essere precisi nella diagnosi e nella cura, differenziando le terapie, per ottenere gli esiti migliori”.

A Palermo c’è una squadra che conta su preparazione e tradizione. Non è più necessario ‘prendere l’aereo’, come si diceva una volta, con amarezza, indicando il volo salvavita verso altrove come l’unico rimedio esistente. “I risultati raggiunti sono ragguardevoli – spiega la dottoressa Patti -. Le leucemie acute, come percentuale di guarigioni, sono passate dal venti al cinquanta per cento. I casi di leucemia mieloide acuta, in Sicilia, sono circa 230 all’anno. La leucemia linfatica acuta, invece, ha una incidenza di circa 70 casi. Se le mettiamo insieme, tutte le leucemie acute arrivano, in Sicilia, a circa 300 nuove diagnosi all’anno. L’ematologia di precisione e la qualità della risposta sul territorio sono garanzie che aumentano le speranze di guarigione”.


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