“Le scuole di Catania diventino hub di legalità”

“Le scuole di Catania diventino hub di legalità”

Il Presidente del Tribunale per i minorenni, Di Bella, a pochi giorni dall'avvio dell'anno scolastico
LOTTA ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA
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CATANIA – “La questione della dispersione scolastica, la questione minorile, sono i temi più importanti e delicati della città di Catania. Se non si investe oggi sulle nuove generazioni come si può credere che la società nella quale viviamo possa migliorare? Ci sono tante ragazzine di 13, 14 anni che non vanno a scuola e sono in stato interessante o già con bambini piccoli: dobbiamo intervenire, come istituzioni siamo chiamati ad intervenire”.

Quella del dottor Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i minorenni, è una fotografia impietosa sì ma, senza voler accampare sterili alibi di sorta, specchio reale del momento.
A pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, quello dei giovanissimi che non vanno a scuola, resta un fatto centrale nella quotidianità di un territorio e di una provincia che hanno urgente bisogno di confermare quell’impegno messo in campo proprio su input del Tribunale per minorenni.
Le parole del giudice Di Bella ci aiutano a comprendere quale strada si stia imboccando.

Minori nelle mani della criminalità

“A Catania città, i numeri ci dicono che siamo ad una percentuale di minorenni che non vanno a scuola del 25,2%. È, purtroppo, al primo posto tra le Città metropolitane in Italia. Una bomba sociale che riguarda migliaia e migliaia di ragazzi tra i 6 ed i 18 anni: tutto ciò significa che i ragazzi stanno sulla strada e, nella migliore delle ipotesi, diventano preda del lavoro nero. Ma nella maggior parte dei casi divietano preda della criminalità organizzata venendo assoldati come pusher o vedette nelle piazze di spaccio.
Non possiamo più permetterlo”.

“Uno spaccato sociale pesante”

“Eppure, registriamo una serie di risultati importanti. Basti pensare che siamo passati da appena 40 segnalazioni del 2021 alle mille del 2022, soltanto a Catania. E in questo 2023 i dati parziali ci dicono che le segnalazioni aumenteranno ancora di più.
C’è un accordo con l’Inps, col Comune di Catania e con l’Ufficio scolastico provinciale per il quale andiamo a toccare anche i benefici previdenziali di chi non manda i figli a scuola: e, dunque, non più soltanto il Reddito di cittadinanza. Se i bambini non vanno a scuola apriamo anche dei provvedimenti di ammonimento nei confronti dei genitori e se non c’è una ripresa della frequenza scolastica, quei minorenni – in estrema ratio – finiscono in comunità.
Abbiamo scoperto casi in cui dalla dispersione scolastica si è arrivati a toccare con mano situazioni davvero al limite con genitori tossicodipendenti o alcolisti: uno spaccato sociale davvero pesante”.

La scommessa del tempo pieno

“La mancanza di tempo pieno è un grande problema. Per noi è importante togliere i ragazzi dalla strada. L’obiettivo è far diventare le scuole dei quartieri più a rischio come San Cristoforo, Picanello, Librino, San Cristoforo, San Giovanni Galermo, degli hub di legalità. Aprire le scuole il pomeriggio per consentire ai bambini ed ai ragazzi di tornare e svolgere delle attività: doposcuola, attività sportive, teatro. 
Abbiamo individuato sei scuole e sedici plessi scolastici.
Vogliamo migliorarli anche dal punto di vista edilizio e gli incontri con l’amministrazione comunale mi hanno rincuorato perchè mi hanno dimostrato di avere perfettamente chiaro quanto sia importante aggredire il fenomeno della dispersione scolastica”.

Il lavoro delle istituzioni

“L’osservatorio prefettizio sta facendo un grande lavoro. Le Forze dell’ordine, questore e carabinieri ci stanno dando una grande mano. Così come l’Università. Nei contesti di criminalità organizzata abbiamo verificato come i figli di “rampolli” non venissero mandati a scuola e anche lì ci siamo mossi col progetto “Liberi di scegliere”: in casi estremi è scattato anche l’allontanamento dal territorio.
Mi lasci dire anche del bel supporto dell’arcivescovo Luigi Renna. Catania sta vivendo una stagione felice sotto questo profilo con una forte sinergia istituzionale e sono tutti lì, in prima linea. Una sinergia che forse non c’è mai stata”.


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