PALERMO – “Che fine ha fatto il modello Sicilia? Crocetta, avvezzo agli studi tv, provi a chiedere a ‘Chi l’ha visto'”. L’ironia prende la voce del vicecapogruppo Pds-Mpa all’Ars, Vincenzo Figuccia, che guida il fronte dei contrari alla legge votata ieri. “Crocetta, assiduo frequentatore della Tunisia, è forse stato folgorato sulla via di Hammamet, piuttosto che su quella di Damasco, da aver gradito tanto il sostegno di alcuni settori dell’ opposizione a compensare i capricci dei grillini?”, ironizza il numero due del partito autonomista all’Ars.
All’attacco anche il capogruppo Roberto Di Mauro: “Condividiamo in linea di principio l’introduzione del voto di genere, ma contestiamo i modi con i quali ieri in Aula è stato affrontato, in modo frettoloso, demagogico e superficiale, il testo della legge riducendo la discussione al solo articolo 1 sulla doppia preferenza”. E’ quanto scrive in una nota Di Mauro. “Abbiamo invano chiesto, anche sollevando eccezione di pregiudizialità, che si rinviasse la questione ad un testo organico e specifico da discutere dopo le Amministrative, a partire dal nodo dello sbarramento ed in linea con le disposizioni nazionali. Invece in aula abbiamo persino registrato, da parte della opposizione, un cambiamento di opinione tanto repentino quanto sospetto. Quale proposta di scambio ha ingenerato questa improvvisa e dubbia folgorazione rosa?”.
Polemico anche il deputato nazionale e segretario regionale di Sel Erasmo Palazzotto, che affida ad un tweet la sua posizione: “Sulla legge elettorale – scrive – ha fatto bene il M5S a votare contro. La rappresentanza di genere non può essere uno strumento di controllo del voto”.