Lesioni sì, maltrattamenti no: pena meno severa della richiesta

Lesioni sì, maltrattamenti no: pena meno severa

Un architetto ha rischiato una condanna a due anni e mezzo di carcere

PALERMO – Rischiava due anni e mezzo di carcere – era questa la richiesta di pena -, ma alla fine è stato condannato a quattro messi.

In Tribunale è finita la storia di un rapporto coniugale naufragato. Secondo l’accusa, un architetto palermitano era responsabile di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

La prima ipotesi di reato è venuta meno davanti al giudice Luisa Trizzino. L’imputato ha ottenuto la sospensione condizionale della pena a patto che faccia volontariato per un’associazione.

Il legale della difesa, l’avvocato Giovanni Di Trapani, ha citato una sentenza della Corte di giustizia europea, sulla base della quale nel caso dei maltrattamenti in famiglia è necessario dimostrare la ciclicità degli episodi.

La moglie dell’imputato ha ricostruito una serie di liti causate, a suo dire, dall’abitudine del marito di ubriacarsi. Liti negate da alcuni testimoni citati in aula. L’uomo si è inoltre sottoposto ad alcuni esami clinici per dimostrare di non fare abuso né di alcol né di droghe.

Alla fine la vicenda processuale si è ridotta a un singolo episodio in cui l’imputato avrebbe colpito la donna al naso. Il legale farà ricorso in appello contro la sentenza di condanna: “Si è trattato di legittima difesa, come dimostrano la dinamica dei fatti e il referto”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI