PALERMO – In principio fu Giletti. Le comparsate televisive del presidente della Regione Crocetta si susseguivano al ritmo di una ogni domenica. Uno contro tutti, a conquistare la platea e le simpatie di milioni di telespettatori. Un anno dopo di Crocetta a Raiuno si sono perse le tracce. Sempre più sporadici gli inviti nei talk show nazionali e indice di gradimento un po’ appannato. Tanto che anche L’Espresso di questa settimana incorona il governatore tra i flop del mese. Colpa delle larghe intese ipotizzate col nuovo corso alfaniano.
Caustico il giudizio del settimanale debenedettiano: “Tocca al presidente della Regione Sicilia scrivere il manifesto del nuovo equilibrio romano: ex comunista, poi Pd, ora Megafono (di se stesso), rappresenta oggi quello che sarà la politica italiana, la scomposizione e ricomposizione trasformistica di un ceto politico che non vuole finire. Una grande Sicilia”. E pollice giù. Come quello che qualche pagina dopo, sempre L’Espresso dedica a Crocetta, bacchettato per i suoi errori nei comunicati stampa: “Visti i refusi e gli strafalcioni presenti nella nota inviata dopo l’arresto dei dipendenti regionali che si accreditavano soldi pubblici sui propri conti (“Invece noi ci dobbiamo entrarci!”), forse Crocetta farebbe bene ad affidarsi ad uno specialista.