Tutti danno ragione a Letizia | Al paziente ignoto resta il calvario - Live Sicilia

Tutti danno ragione a Letizia | Al paziente ignoto resta il calvario

Il giustificato sdegno social per la celebrità in ospedale. Ma chi ci pensa a Totuccio?

Caro Totuccio, paziente ignoto della Sanità siciliana,

Diciamoci la cruda verità, tu conti meno di un catetere, di una garza sporca, di una siringa usata, nell’economia degli ospedali nostrani, che sono dei lager da fare spavento. E se ti chiamiamo Totuccio, ciò accade per l’esigenza di raffigurarti comunque, visto che risulti invisibile.

Quante volte ti sei lamentato di un pronto soccorso? Quante volte hai schiumato rabbia per la disumanità delle corsie, dove tutti – malati, medici e infermieri – sono gli sventurati ostaggi della malasanità, del malgoverno e della malapolitica? E non hai mai raggiunto un risultato che fosse uno. Anzi, hai collezionato alzate di spalle, sopraccigli inarcati, tessere di indifferenza in un variopinto mosaico di minnifuttu. E niente è cambiato, ché niente poteva cambiare nell’impostura della Sanità siciliana, di rito lorenziano-crocettiano, attenta alla tenuta dei conti, mentre gli utenti annaspano.

Ma ecco che arriva la celebrità, alle prese con lo sfascio ospedaliero, e riecco che – per incanto – si leva il coro dell’indignazione per cose tristi e risapute. Mancava giusto il volto famoso e dolente nel Grande Fratello della salute che non c’è.

Dunque succede questo, caro Totuccio. Spunta su facebook il seguente post-denuncia: “Luca, dovresti vedere come la Regione siciliana tratta i suoi siciliani… questo è un inferno, vieni a controllare e visitare i disgraziati che sono qui dentro…”. I giornali raccontano l’appello della celebre fotografa Letizia Battaglia al sindaco Leoluca Orlando, dopo un soggiorno scomodo all’ospedale ‘Cervello’. Aggiungono, precisissimi, i giornali: “E’ stata Shobha, una delle tre figlie di Letizia, a raccontare sulla sua pagina facebook”. La descrizione risulta giustificata, straziante, ma purtroppo normale, per chi ne sa un po’: “Qui è così da quattro giorni, ci sono persone gravi nei corridori con un bagno in comune per tutti, ho smosso tutti, ma la stanza non c’è!. Basta, la porto via (…) Mamma sta riposando nel suo letto, più tardi si va in clinica dove avrà le cure adeguate. L’amore è la cura”.

La cronaca nata dal malessere della signora Battaglia (tanti auguri di pronta guarigione) viene gonfiata dai telegiornali e dai quotidiani. Leoluca Orlando, chiamato in causa, interviene con vigore: “Gravi e croniche carenze strutturali, di dotazione organica e a volte organizzative rendono invece spesso i Pronto Soccorso luoghi di ulteriore sofferenza e mortificazione del diritto alla salute, con una connessa condizione di tensioni e mortificazione della professionalità degli operatori sanitari”.

L’intero mondo impallidisce di colpo alla notizia che la Sanità a queste latitudini fa schifo, essendo una somma di tagli sulla pelle dei sofferenti, di disorganizzazione, di caos. Un macello che sovrintende al calvario giornaliero di centinaia di persone che nelle strutture di emergenza ormai non vanno nemmeno più – come negli ospedali – perché sanno già che le attese saranno lunghissime, le terapie incerte e l’esperienza, complessivamente, atroce. E non era uno scenario acquisito? E non si sapeva già?

Hai visto, Caro Totuccio, che festival dell’ipocrisia? Quante volte il sindaco di Palermo ha commentato il tuo disagio? In quante occasioni i telegiornali si sono occupati del tuo caso specifico? Dove mai hai trovato un appoggio? Chi si è chinato su di te, per confortarti? Chi ha dato alla tua legittima rabbia il peso di una sacrosanta rivendicazione? La risposta la conosciamo, quasi nessuno.

Ma stai sereno, Totuccio, niente cambierà. Tutto sfumerà e si dissolverà, riconsegnando l’orrore all’oblio. E tu rimarrai lì, inascoltato, come una garza, una siringa, un catetere. Tu non hai potenti da convocare al tuo capezzale. Tu non hai un cognome importante, in effetti non hai nemmeno nome e cognome. Tu sei il paziente ignoto che non passa e non conta.

 


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