L'Etna e "La scalata della vita: l'impresa di 9 ragazzi down

L’Etna e “La scalata della vita”: l’impresa di 9 ragazzi down

La straordinaria avventura raccontata da Gaetano Perricone.

CATANIA – Un gruppo di ragazzi, un’avventura e, sullo sfondo lei, l’Etna, la Muntagna. Scalata in un giorno, fino alle soglie del cratere, a quota 3300 metri. 

Il libro

È “La scalata della vita” per Sofia, Giorgia, Giulia, Martina, Giulia, Ilenia, Raffaele, Leonardo, Enrico: nove ragazzi con la sindrome di Down, dell’Associazione Down DADI  –  Down Altre Disabilità intellettive – di Padova. Nove scalatori che, lo scorso 7 settembre 2019, hanno coronato il loro sogno conquistando la vetta del vulcano attivo più altro d’Europa. Con loro, le guide del Cai e uno speciale accompagnatore, Gaetano Perricone, appassionato di montagna e giornalista, che ha messo quell’avventura nero su bianco.

La storia

“è una storia meravigliosa questa, piena di bellezza e di umanità, di grandezza autentica – racconta l’autore. Sono molto felice di poterla raccontare e devo ringraziare moltissimo il mio caro amico Umberto Marino, presidente del Club Alpino Italiano di Catania, uno squisito signore amante della natura e con una gran bella anima, che fu il primo a propormela per il mio blog, Ilvulcanico.it”.

La scalata verso l’integrazione

Quello di Perricone è il racconto di una grande avventura, che è già straordinaria. Ma è anche il racconto della straordinaria scalata verso l’integrazione e l’inclusione nel mondo cosiddetto normale dei nove ragazzi. “Di “normalità” – si legge nella sinossi – di emozioni, sentimenti e pulsioni “normali”, anche se è molto difficile farle apparire tali di fronte a un muro di pregiudizi ancora piuttosto alto”.

Un racconto emozionante

Un racconto emozionante che va oltre il reportage ma permette di entrare, con discrezione, in mondo fatto di sorpresa e di sensazioni forti, di affetto e solidarietà. “C’è il racconto dell’ascesa, delle loro sensazioni, ma anche di come vivono la loro vita quotidiana a Padova, una vita vera in autonomia – continua Perricone. C’è un particolare raccontato nel libro da Nino Longo, la guida dell’Etna che ha accompagnato i protagonisti in cima, che mi ha commosso: mentre salivano si davano forza, per un’impresa sicuramente faticosa anche per i normodotati, dicendo a chi li accompagnava e dicendosi tra loro “Ti voglio bene”. 

L’Etna protagonista

E l’amore resta uno dei protagonisti del volume: tra le persone ma anche verso l’Etna, patrimonio dell’Umanità per l’Unesco ma anche fonte di vita, di ispirazione. Gigante buono da ammirare e rispettare. “Nel libro la nostra Muntagna brilla di una luce straordinaria, con il suo grande cuore accogliente per tutti. – dice ancora Perricone che dell’Etna è innamorato. È la Grande Madre che abbraccia chiunque voglia avere il privilegio di incontrarla. È così anche per me, nel mio sentire; ma è anche il luogo di fascino planetario dove ho avuto il privilegio, amo sempre raccontarlo, di venire a vivere in quella che amo chiamare la mia seconda vita etnea, dopo quella palermitana. Un luogo a cui mi sono e mi sento legato profondamente; ho anche avuto l’onore di contribuire, anche con il mio lavoro, a farla entrare nella World Heritage List dell’Unesco”. 

La grande bellezza

Bellezza, amicizia, sostegno, amicizia, stupore, avventura. C’è tanto ne “La scalata della vita”. “C’è anche un messaggio fondamentale che viene fuori da questa storia – si legge ancora nella sinossi: che dove questi valori esistono davvero, non ci sono e non possono esserci né barriere, né divisioni. Non c’è nord, né sud, un unico, solidissimo filo unisce Padova e l’Etna. Né pregiudizi, né stupidi proclami possono romperlo”.

Una lezione di vita

E poi c’è la lezione: la possibilità di osservare l’altro e riuscire a catturarne la forza e la determinazione, la passione e la generosità. “Ho imparato, se ancora ce ne fosse bisogno, che la determinazione e la forza di volontà, accompagnate dall’impegno e dalla costanza nel perseguire i proprio sogni, possono fare raggiungere obiettivi che sembrano impossibili: se si vuole si può!” – continua l’autore. 

La scrittura inevitabile

Un racconto emozionale, e non solo, dunque, scritto da chi non riesce proprio a stare con la penna in mano. Perricone, giornalista, è infatti prolifico scrittore. “Scrivere è la mia vita, da quando ero ragazzo, professionalmente è il mio lavoro da quando nel 1978 scrissi il mio primo articolo per il grande giornale L’Ora di Palermo e poi ebbi la fortuna di potere fare il mestiere che ancora amo moltissimo  – ricorda. Continuo a definirmi, scherzando ma non troppo, un “non scrittore”: anche “La scalata della vita”, un libro che mi ha regalato grandi emozioni e soddisfazioni interiori come il precedente “Diversamente nonno” e il precedente ancora “La mia Etna” del 2004, atto d’amore e di omaggio alla Muntagna entrata prepotentemente nella mia vita, è scritta con taglio giornalistico, con la curiosità e la passione che sono caratteristiche fondamentali di chi fa questa professione. Ci ho preso gusto e se è un vizio, è un gran bel vizio”. 

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