Armi ed eroina a Librino, Casarsa:| "Clan disarmati e indeboliti" - Live Sicilia

Armi ed eroina a Librino, Casarsa:| “Clan disarmati e indeboliti”

Le armi sequestrate

I militari sono riusciti a scovare, occultati in un doppio fondo, un arsenale composto da 7 fucili e 6 pistole e 5 chili di eroina. GUARDA IL VIDEO

Trovati nel vano ascensore
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CATANIA – Depotenziata la potenza di fuoco del clan Cappello. Le armi trovate nel doppio fondo di un vano ascensore in disuso dai Carabinieri della Compagnia di Fontanarossa, nella notte, al civico 16 di viale Moncada dimostrano che i gruppi criminali hanno un potenziale “bellico” molto elevato. L’arsenale composto da 7 fucili e 6 pistole con il relativo muniziosamento era nascosto in una sorta di “caveau” insieme a 5 chili di eroina ben custodita e conservata per evitare qualsiasi deteroriamento. La cosca Cappello – che secondo fonti investigative gestisce la piazza di spaccio del caseggato bunker di viale Moncada 16 – ha perso un ingente quantitativo di droga che avrebbe fruttato circa 300 mila euro. Una zona questa, più volte definita dagli inquirenti, roccaforte per la vendita di eroina, prova ne sono anche i numero casi di morte per overdose.

Questo blitz, che si aggiunge al maxi sequestro di armi eseguito un mese fa sempre a Librino, è il risultato di “una costante attività di monitoraggio” in un quartiere sensibile che continua ad essere “terra” di controllo dei clan mafiosi. Le armi sequestrate sono: 7 fucili da caccia, calibro 12, con le  matricole abrase; 6 pistole, di vario calibro, tra le quali 4 revolver e 2 semiautomatiche e 250 munizioni di vario calibro.

“Questa operazione va a colpire due aspetti tipici della criminalità organizzata – afferma Alessandro Casarsa, comandante provinciale dei Carabinieri di Catania, che questa mattina è tornato nel luogo del ritrovamento per un sopralluogoda una parte stiamo depotenziando la loro capacità bellica e di conseguenza stiamo indebolendo i gruppi criminali che utilizzano le armi per affermare il loro dominio sul territorio, e dall’altra abbiamo causato un’ingente perdita economica al clan che gestisce la piazza di spaccio, togliendo la “materia prima”, cioè la droga, principale fonte di guadagno della cosca”.

Il nascondiglio dove sono stati trovati l’arsenale e l’eroina, questa “scovata anche grazie al fiuto dei cani antidroga, era stato realizzato con particolare dovizia. Un chilo di eroina era gia suddiviso in capsule e ovuli (circa 1000 dosi). Gli ovuli erano stati posti all’interno di un cilindro  che era ricoperto da una schiuma espansa: un sistema per garantire la perfetta conservazione dello stupefacente e proteggerlo dall’umidità e da altri agenti esterni. Nel vano dell’ascensore in disuso era stata ricavata una zona sterile, una sorta di caveau, in mezzo a immondizia e rifiuti vari, oltre a insetti e scarafagi. Insieme all’eroina, sono stati trovati anche 20 dosi di cocaina (4 grammi) e 4 dosi di marijuana (4 grammi).

Un numero di armi, quello che in questi ultimi mesi i carabinieri (e altre forze dell’ordine) stanno sequestrando, che è relativamente superiore a quanto in realtà ne è utilizzato in rapine e agguati. Una “riserva” bellica ingente rappresenta uno dei metri di misura della forza militare di un clan e del suo potere. Potere che significa “rispetto” delle famiglie rivali, potere che determina pieno dominio sul quartiere e sulla gente che vi risiede, e eleva la capacità di assoggettamento e intimidazioni per assicurarsi pizzo e estorsioni. Senza dimenticare, però, che queste armi erano pronte per essere utilizzate in possibili agguati e azioni criminali.

“Con queste operazioni stiamo recuperando spazi – aggiunge il comandante dei Carabinieri – e stiamo indebolendo questi gruppi criminali depotenziando la loro potenza di fuoco e, inoltre – ribadisce Casarsa – sottraendo chili di droga significa infliggere un duro colpo al loro potere economico”.


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