PALERMO – Un mese fa i ragazzi del liceo classico Umberto I di Palermo festeggiavano la fine della scuola, oggi si ritrovano nello sconforto per la perdita del diciottenne Gabriele Rizzo, che frequentava il quarto anno del liceo. Lo studente, racconta “PalermoToday”, è scomparso a causa di uno shock anafilattico.
L’intera comunità del liceo è sotto choc per la triste notizia. “Gabriele era un ragazzo molto delicato, garbato, non ha mai avuto atteggiamenti di aggressività e prepotenza nei confronti di docenti o compagni – racconta sempre a PalermoToday Ada Magno, professoressa di latino -. Frequentava la 4°A da quest’anno, un anno particolare che per via della dad ci ha permesso di conoscerci in maniera ridotta. Abbiamo però potuto apprezzare tutti il suo carattere. Non ha mai finto nessuna impreparazione. Era molto leale, un piccolo lord, questa sua trasparenza mi ha colpito dal primo istante”.
La professoressa ha raccontato anche l’ultimo giorno di scuola dello scorso 6 giugno: ” Ho detto loro ìLeggete e studiate, ma non troppo. Godetevi la vita e pensate anche alle ragazze, a fare nuove conoscenze’. La risposta di Gabriele non si fece attendere: ‘Perché no?’. Era timidissimo e riservato, ma quello fu un modo per confermare il suo desiderio vitale. Questi ragazzi hanno vissuto la dad in una situazione di difficoltà emotiva. Il suo garbo interiore, la sua compostezza, il suo non andare mai oltre il limite non lo dimenticheremo mai”.
Il liceo frequentato da Gabriele è lo stesso che frequentava Carmela Petrucci, aggredita e uccisa nell’androne di casa. Questo non impedì alla scuola di consegnare il diploma alla famiglia e lo stesso si cercherà di fare con la famiglia del povero Gabriele: ““Faremo di tutto per realizzare un diploma al merito e, con le donazioni che stanno arrivando, istituiremo una borsa studio – raccontano le professoresse Magno e Vaccaro -. Lo faremo per questa famiglia sempre rispettosa delle istituzioni, dote rarissima”.
Per Gabriele, come tutti i ragazzi, qualche momento di sfottò durante le ore di scuola con i propri compagni per la squadra del cuore: “Tifava per i nerazzurri e questo era motivo di sfottò calcistico – racconta il compagno di classe Francesco Lo Coco -. Era venuto nella nostra classe quest’anno, ci siamo conosciuti inizialmente in dad. Non abbiamo avuto modo di relazionarci sin dal primo momento, non c’era il contatto umano. Ma è stato spontaneo avvicinarsi a lui. Io sono milanista. In classe c’era dunque questo conflitto tra le parti. Il lunedì, con altri due compagni juventini, passavamo il tempo della ricreazione a commentare le partite, anche se era un ragazzo con cui si poteva parlare di tutto. Sempre composto, non aveva mai comportamenti sbagliati verso gli altri. Per quanto ha vissuto si è goduto la vita. L’ultima volta che l’ho visto è stato durante un calcetto. E’ stato il nostro modo di salutarci”.