PALERMO – Si spacca il fronte degli studenti al liceo Umberto I, ma il liceo classico di via Filippo Parlatore continuerà ad essere occupato dopo un’assemblea che ha votato per alzata di mano. Una decisione che ha scatenato la reazione di un centinaio di genitori contrari all’occupazione che hanno presentato oggi un esposto alla Procura di Palermo per denunciare l’interruzione forzata delle attività didattiche nella sede centrale ad opera “di una minoranza che impedisce con la forza l’ingresso in istituto di studenti e professori”.
Stamattina il fronte della protesta studentesca si è spaccato, si è aperto un dibattito tra alunni favorevoli a proseguire l’occupazione dell’istituto e studenti intenzionati a riprendere le lezioni. Una scuola divisa in due che si è confrontata in un’animata assemblea aperta anche al corpo docente e ad alcuni genitori di studenti contrari a proseguire con l’occupazione. Gli ‘umbertini’ sono passati alle votazioni e, ad alzata di mano, la maggioranza ha stabilito che l’istituto continuerà ad essere occupato. La risposta dei genitori contrari non si è fatta attendere e in mattinata circa un centinaio hanno firmato un esposto denuncia alla Procura della Repubblica di Palermo contro il blocco forzato delle attività didattiche.
La decisione di presentare l’esposto è stata adottata da un assemblea di genitori svolta lunedì pomeriggio nei locali della succursale di via Perpignano e alla quale hanno partecipato anche alcuni studenti e professori. In quella sede si è deciso di presentare la denuncia contro l’occupazione del liceo qualora la scuola non fosse stata liberata entro le successive ventiquattro ore. Evento che non si è verificato neanche stamattina, al termine dell’assemblea in cui ad alzata di mano è stata ribadita la linea dura degli studenti.
“Oggi è stato garantito l’accesso a tutti, alunni, docenti e genitori, per trovare un punto d’incontro tra chi vuole proseguire con l’occupazione e chi vuole tornare a studiare – ha detto Gaetano Verde, rappresentante d’istituto e alunno della terza F -. L’iniziativa è partita da tutti noi per evitare scontri, istanze di sgombero o qualche denuncia che potrebbe partire da qualche genitore”. Tra chi preferirebbe tornare alle regolari lezioni c’è Federica Cirrincione della terza H, secondo cui l’occupazione “è una forma di protesta non adatta per fare sentire le proprie ragioni. Sono contraria perchè serve solamente a bloccare l’istituzione scolastica e le attività didattiche. E poi, noi studenti rischiamo di ritrovarci indietro con il programma”. Non è dello stesso parere invece Fabio Affronti, della prima F, favorevole alle forme di protesta alternative “perchè – precisa – credo che sia l’unico modo per farci ascoltare. Non è bello studiare Platone e Socrate in aule fatiscenti che cadono a pezzi e senza riscaldamenti. Lo dico per noi studenti e per gli stessi docenti che fanno lezione in classi gelide e lasciate al degrado, e lo dico per chiunque frequenti l’istituto, dall’alunno al preside”.
Non sono mancati i momenti di tensione tra genitori e occupanti che puntano il dito contro chi ha deciso di presidiare la scuola: “Molti genitori – dice Stella Vario, della prima A -, vogliono che i propri figli tornino immediatamente in classe a riprendere il normale svolgimento delle lezioni. Mi sembra esagerato, però, ricorrere alle denunce per mettersi contro dei ragazzi”. Ma i genitori non ci stanno e vogliono mettere fine a queste “sciocchezze”, farfuglia qualche genitore durante l’assemblea.
Giovanni Cirrincione, rappresentante dei genitori del consiglio d’istituto è senza parole:“Mi stupisce come mai certe argomentazioni debbano necessariamente essere prese arrivando a forme di protesta estreme – ha detto -. Possiamo discutere tranquillamente in consiglio d’istituto, dialogando tra le parti senza necessariamente alzare i toni”. All’assemblea erano presenti anche alcuni professori: “Noi docenti non possiamo essere favorevoli all’occupazione – dice Pietro Cangemi, che insegna latino e greco -. Abbiamo cercato di far capire ai nostri ragazzi quali sono i rischi sul piano didattico e i danni a cui vanno incontro se continuano a presidiare l’istituto. L’arricchimento nella formazione – conclude – non può passare attraverso la brusca interruzione dell’attività didattica regolare. Accettiamo ogni forma di protesta degli studenti, purchè si rimanga nell’alveo della legalità”.
Parole al vento che non hanno fatto desistere la maggioranza dei presenti che hanno deciso di proseguire nella protesta. Il liceo Umberto resta occupato. Tra gruppetti di studenti che commentano la convulsa mattinata c’è anche chi prepara il programma della settimana fitto di seminari tematici: femminicidio, informatica, formazione. E poi ancora corsi di recupero di latino e greco gestiti dagli stessi alunni che si sono organizzati in modo tale che i più grandi trasferiscano le proprie conoscenze ai compagni delle classi inferiori. Smaltita la tensione qualcuno ci parla anche di qualche amore sbocciato tra i banchi di scuola: “Penso sia normale che durante l’occupazione ci sia qualche momento di debolezza, o che si trovi il coraggio di dichiarare i propri sentimenti alla persona che si ama – dice Michela Di Gregorio, della terza H -. Ci sono anche casi di coppie che si lasciano ma questo è secondario rispetto alle idee che portiamo avanti e che ci spingono a proseguire l’occupazione”.