Il siciliano che ha conquistato Londra, torna a casa e fa tris -Live Sicilia

L’imprenditore Coraci, dopo Londra, conquista tre aeroporti in Sicilia

Intervista a Ignazio Coraci, a capo della Asc Handling Limited, che lavora negli aeroporti di Palermo, Catania e Trapani

CATANIA – Ex dipendente Alitalia a Londra, Ignazio Coraci, nato ad Alcamo e residente nella capitale inglese, è a capo della Asc Handling Limited, società che esercita attività di gestione e servizi aeroportuali alle compagnie aeree, che dallo scorso anno ha conquistato i tre principali aeroporti siciliani: Palermo, Catania e Trapani.

Come è diventato un imprenditore nel settore aereonautico del cargo e dell’handling?
“Sono nato e cresciuto ad Alcamo, guardando il mare e sognando di andare all’estero. Sono stato dipendente Alitalia a Londra fino al 2006, e proprio nello stesso aeroporto di Heatrow ho iniziato la mia esperienza nel settore privato. Sottolineo questo passaggio perché all’epoca lasciare l’Alitalia era come lasciare il posto fisso. Ho avuto intuito ed ho puntato sul cargo. In quegli anni la tendenza del mercato viaggiava verso il trasporto passeggeri, erano gli anni della nascita delle low cost; io invece mi sono concentrato sul cargo.”

Quali regole ha seguito per sviluppare il suo business?
“Si, mi ero appassionato alla logistica online, seguivo la crescita veloce che stava avendo Amazon, neonata all’epoca, e osservavo la Cina che diventata sempre più forte, e mi sono detto: ci sarà sicuramente un futuro, non so se sarà “bright” ma mi sono lanciato.”

Qual è stato l’andamento della crescita?
“Siamo cresciuti velocemente e nel 2013 avevamo 200 impiegati. In quell’anno ho fondato la compagnia area cargo Sw Italia e mi venne in mente di fare i servizi aeroportuali sui passeggeri. Sono partito dall’aeroporto londinese di Heathrow e oggi siamo i più “grossi” del terminal 4, lavoriamo anche a Gatwick e siamo tra i player più forti. Dal 2015 al 2019 abbiamo conquistato il primo posto su sicurezza e performance per i servizi ai passeggeri di Heatrow. Questa competizione è interessante e vorrei portare anche negli aeroporti siciliani, perché mettersi in competizione aiuta a migliorare i servizi e chi ne beneficia sono i passeggeri.

Quindi è pronto ad organizzarla?
Il mio investimento in Sicilia è iniziato lo scorso anno da Palermo, quest’anno abbiamo aggiunto Trapani e Catania, mi piacerebbe collaborare con i gestori degli aeroporti per organizzare questa competizione.

Sono definiti handling i servizi svolti in aeroporto finalizzati a fornire assistenza a terra ai passeggeri e alle compagnie aeree. Molto spesso i viaggiatori non sanno quanta parte del prezzo del biglietto aereo è dovuta per questi servizi.
“E’ vero, il passeggero non sa che nel suo biglietto aereo sono inseriti anche dei costi non prettamente legati al volo ma ai servizi connessi, come il trasporto del bagagli o altro. I nostri standard sono molto alti, perché sono da sempre convinto il passeggero debba riceve servizi adeguati, anche perché se ricevi un servizio non adeguato ed hai pagato ti hanno rubato i soldi.”

Cosa vi contraddistingue nel mercato di handling?

“Siamo una compagnia di handling certificata dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), come dicevo prima, i nostri standard sono abbastanza alti, i nostri partner sono 12 compagnie di bandiera tra le più grandi del mondo, non siamo partner di vettori low cost. A Palermo e Catania il mercato è misto tra low cost e compagnie di bandiere, in Sicilia serviamo la Tui, una compagnia di charter che si occupa di vacanze di alta gamma.”

Proverà ad affacciarsi anche sul mercato delle compagnie aree low cost?
“È una idea sul tavolo del nostro consiglio di amministrazione, siamo giovani e non sappiamo quanto pagano, ma analizzeremo anche questo segmento. Anche se sono un pò scettico perché per migliorare il servizio e garantire posti di lavoro con stipendi regolari non si può abbassare tantissimo il prezzo, se il biglietto paga poco, i servizi saranno pagati poco e così non funziona per me. All’estero funziona al contrario: se paghi bene i tuoi dipendenti raggiungi alti livelli.”

E’ stato emozionante tornare a lavorare nella terra dove si è nati?
“Assolutamente si. Abbiamo avuto alcune difficoltà tecniche all’entrata degli aeroporti siciliani, ma siamo soddisfatti di essere arrivati anche a Catania. Il 15 aprile scorso, alcuni dei nostri dipendenti alla fine del set up, nell’aeroporto catanese si sono messi a piangere per la gioia. Sono anche loro di origine siciliane, siamo tutti parte della exx squadra che lavorava in Alitalia, anche se io sono il proprietario siamo tutti colleghi.”

Sono previste nuove assunzioni?
A”bbiamo assunto 70 persone, la squadra che serve come start up per i nostri standard. Ho tanti progetti per la Sicilia, quindi presto arriveranno delle novità.”

Quali sono questi progetti, qualche anticipazione?
“Siamo pronti ad aiutare i gestori degli aeroporti, abbiamo voglia di collaborare con loro. Ad esempio sull’aeroporto di Trapani ho proposto una mia idea al presidente. Trasformare l’aeroporto di Trapani nell’aeroporto delle isole Egadi, con trasporti diretti Birgi-Favignana via mare, utilizzando un canale di acqua che entra nel Terminal e che oggi fa solo zanzare.
I passeggeri potrebbero scendere dall’aereo e come succede a Venezia, salire a bordo dei taxi boat e arrivare in 5 minuti a Favignana. Vi sarebbero plus per tutti, meno autobus che viaggiano tra l’aeroporto e il porto, meno consumo di carburante per le imbarcazioni, è come fare l’aeroporto sulle isole.

Altri progetti invece riguardano più il cargo che i passeggeri.
“Voglio realizzare una piattaforma logistica forte in Sicilia, che si collega con un hub internazionale come Malpensa o Francoforte che da lì parte come una ragnatela che arriva in tutto il mondo.
Noi siciliani abbiamo un prodotto fantastico, il food, e che spesso non si realizzano vendite all’estero perché non abbiamo l’opportunità di spedire all’estero. La piattaforma logistica può
raccogliere tutto il prodotto made in sicily, collegata con un vettore che viaggia in tutto il mondo attraverso un “finger” che porta la Sicilia direttamente a Francoforte o a Malpensa”.


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