Dall'infermiere all'imprenditore| Gli acquirenti del market della droga - Live Sicilia

Dall’infermiere all’imprenditore| Gli acquirenti del market della droga

Un bacino d'utenza variegato quello su cui poteva contare la rete di spacciatori della Zisa, finita in manette ieri. I carabinieri hanno identificato e segnalato alla prefettura 29 acquirenti: tra questi anche un professore di scuola media in pensione e l'artista in bicicletta.

Palermo, blitz "Horus"
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PALERMO – C’era chi arrivava a bordo della sua Mercedes o su un ciclomotore. Ma anche lo sportivo che da piazza Indipendenza giungeva in via Cipressi pedalando su una bicicletta o lo studente che aveva una camera in affitto in zona e, con addosso una t-shirt bianca e un paio di jeans, sapeva che avrebbe impiegato soltanto qualche minuto per avere un po’ di “fumo”. Una clientela variegata, un bacino d’utenza molto ampio che che non faceva che allargarsi quello a cui potevano attingere il trentadue pusher finiti in manette nel maxi blitz “Horus”.

La Zisa era diventata cuore pulsante delle droghe leggere, ma chi voleva di più, sapeva che avrebbe potuto trovare anche l’eroina. Due nomi, su tutti, granativano il rifornimento di quest’ultima, quello di Anna Cardinale, 51 anni e di un suo parente alla lontana, il quarantenne Salvatore Fernandez, che prediligevano la vendita della sostanza stupefacente “di nicchia”, come l’hanno definita gli stessi investigatori, in base al numero ridotto di acquirenti. Ma di certo, quello su cui ormai la vasta rete di spacciatori poteva contare, ne aveva molti di più.

Basti pensare che sono ventinove i “clienti” identificati e segnalati alla prefettura di Palermo in seguito alle indagini, che hanno previsto un lungo periodo di osservazione tramite le telecamere. “Tra questi – spiegano gli investigatori – c’è sicuramente chi non si fermerà e tornerà a consumare droga, ma anche chi sarà indirizzato al Sert”. Tra gli acquirenti individuati dai carabinieri, infatti, si rifornivano alla Zisa veri e propri tossicodipendenti. C’era chi si recava ogni giorno in via Offamilio e dintorni, c’era chi era disposto a fare file infinite pur di tornare a casa con la dose quotidiana di eroina. E sempre in orari mattutini. L’hashish e la marijuana “erano la maggior parte delle volte acquistati nel terdo pomeriggio, in previsione di uno sballo serale”, aggiungono.

E così, chi comprava l’eroina, si recava da Cardinale o Fernandez anche alle 8 del mattino. Un esempio palese è quello registrato dai carabinieri il 27 maggio dello scorso anno, quando tra le 8 e le 11.50 si verificano decine di cessioni di droga ad altrettanti acquirenti. Quel giorno qualcuno è giunto davanti all’abitazione della donna-pusher a bordo di una Pugeot, un altro giovane con uno scooter, un altro ancora su una Ford Fiesta. Il turno durava soltanto qualche secondo, la coda di auto scorreva in modo fluido. Per qualunque auomobilista costretto ad attraversare la zona, sarebbe stato facile trovarsi nel bel mezzo di una rapida compravendita: la richiesta e l’offerta erano immediate, basate su un rapporto, che spesso era di lunga e assidua conoscenza. Clienti altamente “fidelizzati”, come testimoniano scene di soggetti che, dopo essere stati fermati e segnalati per uso personale dai militari, tornavano a comprare la droga, mostrando anche il verbale di sequestro appena ricevuto.

Pochi secondi e hahish, eroina o marijuana, finivano nelle sue tasche. Come è successo ad un infermiere, arrivato alla Zisa a bordo di un’auto, o ad un musicista, che aveva atteso il suo turno sul sellino della sua biciletta. E ancora liberi professionisti, imprenditori, impiegati. In un caso, durante la visione dei filmati, un carabiniere ha riconosciuto un suo vecchio professore di scuola media: il cinquantenne aveva appena acquistato una dose di eroina. E non era il primo cliente a provenire dal mondo dell’Insegnamento.

Una clientela trasversale, insomma, in base alla quale nessuna distinzione appare possibile: un unico denominatore comune tra coloro che acquistavano dai pusher della Zisa, quello di comprare la droga velocemente e al minor prezzo possibile. Le contrattazioni, che dovevano durare pochi secondi, avvenivano raramente nel mezzo dell’acquirente. In particolare, un giorno spacciatore e cliente si appartarono all’interno di una Fiat Cinquecento, nei pressi di via Colonna Rotta. All’uscita del pusher da quella macchina, l’affare era stato fatto.


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