Liotta aumenta le tasse |Consiglio approva riequilibrio - Live Sicilia

Liotta aumenta le tasse |Consiglio approva riequilibrio

Il commissario Liotta presenta un piano “lacrime e sangue”. Una manovra da 26 milioni di euro, tra tagli al budget delle scuole e aumento delle tasse. Il Consiglio approva per “senso di responsabilità”. TUTTI I RINCARI

Provincia, rincari Rca e Ipt
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CATANIA – Arriva il giorno delle scelte “dolorose”. Il Consiglio provinciale ha deliberato ieri il piano di riequilibrio finanziario proposto dal Commissario Antonia Liotta. Un voto difficile, figlio di undici ore di lavoro in aula. Partorita dunque una manovra che non ha precedenti nella storia dell’Ente: 7.361.642 di euro di tagli (fra questi 960.000 di riduzione del budget alle scuole) e 19.016.456,89 di incremento di entrata. Ovvero, “nuove tasse”. Da riscuotere attraverso le imposte sulla Rc Auto, la responsabilità civile auto, passate dal 12% al 16%; e dall’incremento della quota Ipt, la tassa di trascrizione, che dal 20% passa al 30%.

Un manovra dunque pari a 26.378.098 di Euro. “L’unico percorso praticabile” per evitare il dissesto paventato dal risarcimento di 23.285.682,39 imposto dalla Magistratura alla Provincia di Catania a seguito della sentenza IFI. Ma non sono solo questi i debiti fuori bilancio dell’Ente, secondo le ricognizioni fatte dal Commissario Liotta ci sarebbero ancora 1.989.631,90 di euro da liquidare ai Fratelli Insanguine e 665.411,92 da versare alla Joniambiente spa. Ci sono pure tante altre spese di minore entità: dai 246.348,00 in favore di Vitanza Salvatore fino alle 37 euro per Vincenza Di Paola. L’auspicio dei tecnici della Provincia è di riuscire a superare l’attuale fase “entro un anno”.

La seduta del Consiglio è fissata per le 9,00. Sul verbale di convocazione si legge “urgente, straordinaria e pubblica”. Apre i lavori il Commissario Liotta, che relaziona sulla bocciatura a Roma del piano “quinquennale”: “L’azione più conforme alla norma sarebbe stata quella di spalmare il debito, sarebbe stato meno doloroso. Ma ci sarebbe voluto il consenso dei creditori. Con Ifi non ci siamo riusciti”. L’amarezza del Commissario è tutta “sull’atteggiamento di chiusura del giudice”: “Il curatore ha rimproverato formalmente il fatto che noi siamo stati assenti come Ente sin dal 2008, quando c’erano ancora spazi per trattare”.

Dopo una lunga Maratona, passata anche da due convocazioni della riunione dei capigruppo, il Consiglio delibera il Piano con ventuno “sì” e quattro contrari. Gli emendamenti dell’aula sono stati accolti in un unico “maxi-emendamento”. Approvato pure un “voto d’indirizzo” in favore dell’abbassamento dell’ Rca al 10% nel 2014, a fronte del raggiungimento degli obiettivi di stabilità.

Ma non sono mancate le polemiche in aula. Mistretta de La Destra: “Oggi chiediamo un sacrificio ai cittadini. Ma c’è stata una gestione superficiale del contenzioso Ifi. Noi del Consiglio ne siamo venuti a conoscenza troppo tardivamente, la colpa è della precedente amministrazione e dei burocrati dell’Ente. Vogliamo i responsabili”. “La sentenza Ifi -ha aggiunto con una metafora- è il secchio che ha fatto traboccare il nostro laghetto”. Dai banchi del Pd arriva l’analisi pacata di Salvatore Patanè: “La vicenda della Provincia è politica. Questo il commissario l’ha capito. La verità è che sul caso Ifi questo Ente è vittima”.

Per Edmondo Pappalardo del Pdl: “Purtroppo, non possiamo non aumentare le tasse. Ci vuole un atteggiamento responsabile”. Si fa sentire con forza Gianluca Cannavò, sempre del Pdl: “Votiamo sì purché sia solo per il 2013. Bisogna tagliare gli sprechi. Noi per primi dobbiamo dare il buon esempio: abbiamo deciso – ha annunciato in aula- di rinunciare alle stanze del gruppo consiliare”. Dello stesso avviso Nunzio Parriniello, consigliere vicino a Lino Leanza: “Bisogna dismettere il patrimonio, ci vuole il coraggio di tagliare gli sprechi”.

Durissima invece l’opposizione in aula del Capogruppo Udc Antonio Danubio. Che si è detto, sin dall’apertura dei lavori “contro l’aumento delle tasse”. “Non possiamo fare ricadere sui cittadini che non arrivano a fine mese anche questa crisi. Si verifichi in commissione -ha concluso- dove tagliare ancora”. Per Antonio Tomarchio dei Comunisti/Idv: “I dissesti si fanno nei palazzi e sono i cittadini a pagarli. La verità – hachiosato- è che oggi è finita una campagna elettorale durata quattro anni”. Arriva in aula anche il no dell’ex Pdl Sergio Gruttadauria: “Vista la situazione sociale del momento, aumentare le tasse non è la scelta più idonea”.

 


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