"L'Italia riparte da Trapani" | Panorama d'Italia, gli eventi - Live Sicilia

“L’Italia riparte da Trapani” | Panorama d’Italia, gli eventi

Il resoconto delle prime giornate dell'evento itinerante.

Ospiti e dibattiti
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8 min di lettura

TRAPANI – Occasioni preziose da cogliere per rilanciare economia e occupazione: ecco cos’è Trapani. Se n’è parlato oggi a Palazzo Platamone, sede dell’Università telematica Pegaso, nella tavola rotonda “L’Italia riparte da Trapani”, organizzata nel quadro di “Panorama d’Italia”, tour del settimanale della Mondadori giunto proprio qui a Trapani alla sua ultima tappa del 2016.

Il quadro economico della provincia “è positivo – dice Giuseppe Pace, presidente della Camera di Commercio – le imprese sono aumentate costantemente nel tempo in controtendenza con il paese”. Tutto parte, secondo Pace, dall’America’s cup, la competizione internazionale che si è svolta nello specchio di mare siciliano davanti a Trapani, nel 2005: “La città ne ha tratto grande beneficio dal punto di vista infrastrutturale e della visibilità internazionale”.

Sono questi grandi progetti che servono a Trapani: lo ribadisce con forza Tommaso Dragotto, fondatore e ceo di Sicily by Car – unica compagnia di autonoleggio nazionale a capitale italiano – che stufo di attendere progetti di sistema ne inventa e attua a getto continuo di suoi: dopo il fimato “Terra madre”, sulla Sicilia, presentato a Expo 2015, è la volta di “Giro di Sicilia” in auto elettrica, un progetto poderoso, già avviato, col quale Sicily By Car infrastrutturerà l’isola intera con una rete di colonnine di ricarica per permettere ai turisti di girare tutta l’isola con le Opel Ampere o le Renault Zoe elettriche che la compagnia proporrà in noleggio negli aeroporti isolani. “Abbiamo iniziato a Pantelleria, dove ci hanno stesso il tappeto rosso, proseguiremo con Lampedusa e Taormina, poi Catania, Messina, Siracusa, Ragusa, Noto, Modica, Castelvetrano, Sciacca”, spiega l’imprenditore: “Abbiamo messo le colonnine presso centri commerciali Palermo, ci hanno detto sì senza spesa per noi di spazio. La Sicilia sarà la prima isola ecosostenibile in Italia”. “Io sono un portatore di idee, e la mia azienda si sviluppa con le idee e con l’aiuto di tutti i tecnici che ci lavorano. I nostri governanti locali, diciamolo, Orlando e Crocetta, non hanno carisma per sfruttare i valori della terra”. E non basta: Dragotto ha ottenuto che la potente Niaf, l’associazione degli italoamericani statunitensi, includesse la Sicilia come “Regione d’onore” tra le altre rappresentate.

Per il senatore Antonio D’Alì va recuperata la centralità mediterranea della Sicilia e “dobbiamo puntare sulla nostra lunga tradizione marinara”. Ma servono anche le infrastrutture: dalla rete ferroviaria all’aeroporto. L’aeroporto di Trapani Birgi è passato da 300 mila passeggeri del 2006 ai 2 milioni di oggi. Qualcosa è stato fatto, ma non basta. “Io considero la Sicilia una grande città metropolitana con un patrimonio culturale immenso, potremmo diventare capitale del mediterraneo. Dobbiamo interpretare questa missione. L’America’s cup era e rimane un modello, dobbiamo ripartire da qui”. Il tutto, senza dimenticare l’importanza fondamentale dell’innovazione tecnologica. Dati, tecnologia digitale globale e analitica per pianificare la produttività anche nei settore più tradizionali è la ricetta indicata da Maria Cristina Farioli, director of industrie & business development Ibm Italia: “interpretare i dati significa utilizzare al meglio le proprie risorse e aumentare la produttività”, permettendo alle imprese di connettersi e fare rete. Anche in Sicilia.

Dopo l’ottimo coffee-break, di scena le start-up: non poche in Sicilia, nona regione d’Italia in classifica, ma appena 11 in provincia di Trapani. La giornalista Barbara Carfagna, del Tg1 – tra le più esperte in materia a livello non solo nazionale – dà la parola a Grazia Licciardello, della start-up Agrobiotech, una società giovanissima (nasce nel 2015) con diverse competenze nel settore della biochimica e delle tecnologie agroalimentari, dall’agricoltura sostenibile alle soluzioni efficaci per le emergenze fitosanitarie come il virus della “tristezza degli agrumi”, un male aggressivo che ha causato nel mondo la morte di oltre 100 milioni di piante. Il tema degli investimenti è trattato da Nicola Colabella, vicepresidente di Banca Don Rizzo, che ha confezionato il mutuo “Start-up” per aggiungere al credito diversi strumenti consulenziali in appoggio alla creazione di nuove realtà”. “È una battaglia innanzitutto culturale, che si sposta poi sul fare” concorda Luigi Mazza, direttore generale Italia Camp. “Anche i grandi fondi hanno dei prodotti finalizzati a raggiungere gli obiettivi appena citati, magari con rendimenti meno elevati, e un impatto diverso sul territorio. Ma ci sono e non sono pochi”. Sullo sfondo di tutto ciò, naturalmente, c’è la tecnologia, che in un’ottica di sviluppo resta determinante. Giuseppe Ravasi, manager of cloud ecosystem development di Ibm Italia, motiva i presenti: “La “nuvola” ormai è centrale, assieme alle soluzioni cognitive, e all’analisi avanzata in ottica predittiva dei cosiddetti big data, a partire da Watson, su cui Big Blue sta investendo molto, a tutti gli altri”.

Le istituzioni devono fare la loro parte: lo rappresenta bene Andrea Miccio, responsabile dell’area imprenditorialità di Invitalia, sottolineando che “la crescita del settore start-up è stata fenomenale negli ultimi anni e il nostro fondo Smart&Start è nato proprio dall’osservazione di questo stato di cose. Ma non è l’unico. Invitalia gestisce anche un fondo di equity, che è una bella rappresentazione di come lo Stato sia disposto a far crescere le opportunità di chi vuol fare impresa ad alto tasso di innovazione”.

La chiusura del cerchio spetta a Danilo Iervolino, presidente Università Telematica Pegaso (una “start-up di 10 anni”, sottolinea) e autore di un libro di successo sul tema (Just press start(up)) che richiama l’attenzione su ciò che “ancora non va”. Nonostante gli sforzi, sia a livello di numeri che di fatturati e di forza lavoro impiegata, le cose in Italia non vanno benissimo. “Questo – sostiene Iervolino – però non è sufficiente a farsi prendere dallo sconforto o addirittura a decidere di abbandonare il campo. Occorre, però, che le istituzioni assecondino questa spinta, con una svolta culturale, facendo sì che la legislazione aiuti l’innovazione, tenendo ben presente che una Uber o una Airbnb, in Italia non sarebbe potuta mai nascere. E lo stesso può dirsi per lo scollamento che c’è oggi tra il mondo accademico e quello imprenditoriale. Al quale, nel nostro piccolo, cerchiamo di mettere riparo”.

L’annuncio di Dragotto, il dibattito sulla crescita e la tavola rotonda sulle start-up sono stati però solo alcuni dei tanti elementi interessanti emersi in questa fase iniziale della tappa trapanese di “Panorama d’Italia”, che chiude il tour 2016.

L’inaugurazione col Sindaco Damiano – Ieri, all’inaugurazione della tappa davanti al gazebo di Panorama in piazza Vittorio Veneto, il sindaco Vito Damiano ha voluto ribadire il ruolo crescente che Trapani sta avendo nell’economia e nella società siciliana: “Proprio pochi giorni fa la nostra giunta ha voluta arricchire la denominazione della nostra città, Trapani”, ha spiegato: “Alla denominazione classica, città del sale e della vela, abbiamo voluto aggiungere: e dell’accoglienza. Perché da Trapani transita un buon dieci per cento dei migranti che sbarcano in Sicilia, e tutta la città si è mobilitata per accoglierli con il rispetto e la solidarietà che quest’emergenza umanitaria richiede”. “Qui abbiamo tutto: paesaggio, monumenti, storia, archeologia, enogastronomia, e li abbiamo in tutta la provincia, tanto che con i sindaci degli altri centri della Sicilia Occidentale abbiamo raggiunto un’intesa per sostenere insieme tutto il territorio, dove non a caso da circa dieci anni le presenze turistiche continuano costantemente a crescere, e la gente ritorna volentieri, e molti acquistano casa”.

Trapani, città-leggenda. Subito dopo l’inaugurazione, la “città segreta” è stata raccontata dall’architetto Luigi Biondo, direttore del Polo regionale per i siti culturali della provincia di Trapani. La Chiesa di San Domenico con la Cappella del Crocifisso e la cappella dei Crociati è stata la prima sosta che ha regalato mistero e tanta bellezza. “Si tratta di uno degli edifici sacri più antichi della città”, ha raccontato l’architetto indicando un misterioso Crocifisso del ‘300 in legno conosciuto per i suoi miracoli: “Durante il restauro della cappella che lo ospita sono state scoperte delle tele mobili barocche che scorrono davanti al Cristo mediante cordicelle nascoste”. E Biondo ha anche narrato la splendida mitologia legata alla nascita di Trapani: Cerere, dea del grano, perse una falce mentre percorreva la Sicilia su un carro alato alla ricerca della figlia Proserpina, rapita da Plutone.

Il ragazzo che ride e parla (solo) con gli occhi – Nell’incontro che ha dato il “la” alla tappa di Trapani l’ospite – straordinario – è stato con Danilo Ferrari, affiancato dalla sua insegnante, Maria Stella Accolla. La grandezza di questo trentaduenne di Paternò, in provincia di Catania, affetto da tetraparesi spastico-distonica con assenza di linguaggio dovuta a un “disguido tecnico” al momento della nascita, come lui stesso racconta, riempie tutti gli spazi della saletta del Museo di San Rocco e va perfino oltre. In realtà, il medico che ha compilato la diagnosi di Danilo non poteva sapere dell’inesattezza che il tempo avrebbe rivelato su quel referto. Perché nella vita di Danilo non c’è affatto assenza di linguaggio: Danilo parla, con i suoi occhi, avvalendosi della voce della donna che lo segue da quando frequentava le scuole superiori e, prima ancora, di quella di sua madre. Un’esperienza, un incontro, toccante per tutti con una personalità eccezionale.

La ripresa economica nasce dalle banche. Valerio Malvezzi, promotore di Win the bank con Massimo Bolla, ha tenuto un seminario densissimo – due ore e mezza con una lunga sessione di domande – su “come riuscire a farsi finanziare dalle banche” nonostante la crisi. Location, la meravigliosa Torre del Bligny. Scenario, il mondo: un mondo confuso, sorpreso dalle novità americane, in ansia per la crisi europea. Ma si può guardare al futuro con ottimismo, perché l’economia reale è assai più sana, in Italia, di quanto alcune fonti internazionali interessate rappresentino.

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