Asp di Trapani, la responsabilità dopo il dolore

Lo scandalo dell’Asp di Trapani, il dolore e la responsabilità

Non servono le protezioni e le omissioni della politica

Il dolore. Ecco cos’è da tenere a mente. Il dolore dei corpi che gridano per un male e lottano, ogni giorno, nella trincea della Sanità pubblica.

Il dolore di chi assiste, di chi sorregge e sta accanto, di chi asciuga la fatica di qualcuno con la sua. Non è facile affrontare la malattia. Non è semplice sostenere chi la combatte.

Chi ha esperienza di vissuti attraversati dalla sofferenza, come dato quotidiano e non sporadico, lo sa. Suo malgrado, ha imparato quanti mondi coraggiosi sopravvivono, con la forza delle idee e dei sentimenti, spesso sotto il livello dell’attenzione generale.

Garantire la dignità

A simili universi va garantita la dignità di una cura rapida che soccorra, quando possibile, malessere e affanni. Nessuno deve sentirsi solo nel suo cammino. Nessuno è una mera statistica.

Gli ispettori del ministero della Salute stanno conducendo una ispezione all’Asp di Trapani per il noto scandalo dei ritardi degli esami istologici. Una falla del sistema, scoperta grazie alla testimonianza della professoressa Maria Cristina Gallo.

Già i funzionari dell’assessorato regionale alla Salute hanno individuato, da quanto trapela, gravi criticità non risolte.

Politica, protezioni e omissioni

Non è compito di questo giornale trarre conclusioni, né anticipare verdetti sulle singole posizioni. Attendiamo e vedremo.

Ma un aspetto va sottolineato. La storia di cui si narra è già tremenda così. Non è necessario che si aggiunga il tocco di certa politica, con le sue aree di influenza e di potere. Con le sue protezioni che, in altre circostanze, diventano omissioni.

Ognuno, con franchezza, compia un approfondito esame di coscienza e si ponga davanti allo specchio del dolore non sanabile, come se fosse il suo. La dignità oggettivamente calpestata dei sofferenti avrebbe bisogno, almeno, di ricevere gesti di responsabilità.


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