CATANIA – Si terrà davanti al Gup di Catania Anna Maggiore, il 22 settembre nell’aula Bunker di Bicocca, l’udienza preliminare a carico dei dieci imputati raggiunti lo scorso marzo da ordinanza di custodia cautelare, emesse dal Gip Loredana Pezzino, nell’ambito dell’operazione denominata “Tabula rasa”. Il sostituto procuratore della Dda Valentina Sincero ha chiesto per tutti il rinvio a giudizio per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini, condotte dai finanzieri della Compagnia di Riposto tra il novembre del 2012 e il febbraio del 2013, hanno consentito di smantellare una rete dedita allo spaccio di marijuana e cocaina. Secondo la Procura di Catania era Roberto La Spina a gestire l’attività illecita, coordinando e organizzando gli acquisti e le vendite delle singole partite di droga.
L’INCHIESTA. I militari della Guardia di Finanza ripostese giungono a Roberto La Spina nel corso di un’attività investigativa anti usura. I finanzieri sospettano che l’uomo, nonostante sia detenuto agli arresti domiciliari, abbia messo in piedi nella propria abitazione di Fiumefreddo di Sicilia un vero e proprio laboratorio della droga. Secondo l’accusa in quella casa venivano tagliate, confezionate e poi smistate la marijuana e la cocaina. Giardini Naxos e Taormina, le piazze più ambite per lo spaccio dello stupefacente. Grazie all’utilizzo di telecamere e microspie installate dentro e fuori l’abitazione di La Spina, i militari ricostruiscono le modalità dello spaccio, risalendo anche ai soggetti coinvolti. Per la Procura sarebbero considerevoli i quantitativi di droga immessi sul mercato.
GLI IMPUTATI. Carmelo Coco, Giuseppe Crisafulli, Giuseppe Di Stefano, Roberto La Spina, Davide Maccarone, Daniele Mannino, Costantino Talio, Giuseppe Santoro, Salvatore Contarino e Carmelo Di Leo, quest’ultimo ancora latitante.
