Accidenti alla sfiga, alla stramaledetta sfiga delle periferie. Prima, il televisore titolare che si scassa sul più bello e serve un apparecchio di fortuna da raccattare alla bisogna. Poi, l’antenna che fa i capricci e il muro che dovrebbe illuminarsi col sorriso di Claudia, sotto un fascio di luce da proiettore, resta quello che è: un malinconico muro, con tutte le sue crepe vecchie di anni. E adesso che glielo dice ai ragazzi di strada dello Zen che Claudia Perna, la mammina dei bambini difficili, l’attrice, la volontaria, sbarcherà al Grande Fratello 9 invisibile per i suoi fratelli più piccoli?
Per fortuna c’è un angelo della periferia. Un Lsu con le ali che ci mette un sacco di tempo a intervenire. Però, il colpo d’ala arriva al momento giusto. E’ un fruscio che guarisce magicamente l’antenna e consegna al muro l’anoressia bionda di Alessia Marcuzzi.
Dunque, in una stanza vicino alla sede sociale, i ragazzi di strada – associazione di Angeli Custodi del quartiere San Filippo Neri – aspettano che Claudia varchi la porta della mitica casa. C’è una platea composta da figli dello Zen e uno sparuto drappello di giornalisti. C’è un bambino tenero e terribile che implora: “Posso tirare una sedia? Solo una?”. E’ il suo modo di sfogare la tensione. Claudia è una di qui. E’ una bellissima e giovane donna che insegna il teatro e la vita a tanti minuscoli ribelli che vorrebbero lanciare un quintale di sedie contro il destino, ma poi si convertono al fascino dell’affetto, mescolato a occhi che non si dimenticano. Lo Zen attende Claudia. Non respira. Non c’è una voce per strada. La notte è vuota. Mentre le immagini tremolano sul muro ecco gli altri concorrenti. Passa una bomba sexy che ad ogni saltello provoca un buco nell’ozono. E’ vestita succintamente, per usare un avverbio generoso. Uno commenta: “Pare che siamo al quindici di agosto”. Passa un fornaio esagitato. Reazione unanime: “Questo si tira la farina col naso”. Alessia Marcuzzi, domina implacabile della scena, serra le fila a suo piacimento, giocando con i registri dell’emotività. La bomba sexy e il fornaio discorrono di amenità. Si vede subito che è uno scontro fra titani. Infine, mentre i più distratti vanno fuori a fumarsi una sigaretta, tocca a Claudia. Il filmato di presentazione mostra una ragazza acqua, spirito e sapone. Le parole incidono. Non sono banali: “Lo Zen mi ha insegnato a essere forte. Fuori di qui niente mi spaventa”. Non è una lezioncina imparata a memoria. Non è retorica. E’ un cantico del cuore. Claudia ha un rilievo tridimensionale rispetto alle altre figure. Si muove nella vita. I suoi coinquilini, al massimo, passeggiano in un reality. E’ il momento del confessionale. Cosa c’è nella scatola di Claudia? C’è un carillon dono della sorella: “Per me è la favola, è il sogno…”. E’ il pianto di Claudia che vede sua madre nello schermo, che pensa a suo padre, un’ombra, una nuvola. Che atroce diavoleria è il Grande Fratello. Fruga nell’anima della gente fino farla sanguinare con le sue dita di cartapesta. Ma dalla finzione scaturisce un inaudito sortilegio. C’è silenzio nella notte. Il bambino terribile fissa il muro con un dito in bocca. Adesso, le lacrime dello Zen sono dolcissime. Sono vere.