di TONY SIINO (www.rosalio.it) Raffaele Lombardo ha citato S, il periodico di Novantacento che si occupa principalmente di mafia, processi e misfatti siciliani, per un pezzo di Giuseppe Sottile, Lombardo e i fiori del male. Chiede 50 mila euro.
Avrebbe potuto dire la sua, invece usa la clava della querela che svela un’asimmetria subdola nei rapporti di forza: da una parte il presidente di una Regione dotato di uno staff di legali che si occuperanno della cosa e di ingenti risorse economiche, dall’altra un editore che dovrà togliere tempo all’esercizio del diritto di cronaca (a volte giustamente pepata) per difendersi in tribunale (poco importa se un giorno verrà assolto) e per evitare di ipotecare seriamente la sua attività (50 mila euro con questi chiari di Luna possono persino deciderne le sorti imprenditoriali).
Non mi è sfuggito inoltre un passaggio dell’atto di citazione relativo alla ripubblicazione dell’articolo su Live Sicilia in cui si fa notare che l’ulteriore divulgazione del pezzo su Internet avrebbe «amplificato la capacità lesiva dell’articolo anche in considerazione delle reazioni suscitate nei lettori, attraverso i commenti lasciati sul sito, i quali, nella maggior parte dei casi, sposavano acriticamente la tesi diffamatoria del giornalista». Quindi, ne deduco, oltre al presunto danno ha irritato lo “sputtanamento” internettiano…il che la dice lunga sulla distanza di Lombardo dall’apertura di Internet (già evidenziata altre volte…e dire che sarebbe a due gradi di separazione da Live Sicilia attraverso il suo blog), soprattutto se viene (“a”)criticamente trattato.
In bocca al lupo a Foresta, Reale e Sottile.
Su una cosa ha ragione lombardo. musumeci prima e Schifani ora sono dei presidentucci che aspettano dispozione dall’alto. Per il resto i processi non hanno il compito di accertare la verità, ma di vedere se esistono prove certe per la condanna.
Nessuno è indispensabile. Dovrebbe fare 100 passi indietro e dare spazio ad altri. Ha fatto il suo tempo. I Catanesi dovrebbero preferire un botto nuovo anche una donna capace e determinata e senza vincoli e condizionamenti, libera dalla vecchia politica fallimentare che non merita di essere premiata. Occorre mettere fine agli oligarchici a Catania , come a Palermo e Roma. Occorre mettere un limite ai mandati. Due bastano per rinnovare la politica.
BASTAAAAAAAAAAA!