PALERMO – Ha vissuto un travaglio interiore. Poi, la decisione di Andrea Lombardo di pentirsi. Decisiva fu la visita in carcere dell’arcivescovo Corrado Lorefice e di don Filippo Sarullo che era stato parroco nel suo paese, Altavilla Milicia, e ora lo è alla Cattedrale di Palermo. Lo guardarono dritto negli occhi e, così racconta, il collaboratore di giustizia ha visto la realtà con una nuova luce.
Erano i giorni di luglio che precedevano il Festino. La Chiesa palermitana aveva deciso di dare conforto con una visita ai carcerati, portando loro la reliquia di Santa Rosalia. Andrea Lombardo cambiò vita. Ora è collegato in video conferenza da una località segreta e accusa il padre Francesco, boss di Altavilla, di un omicidio.
“Quando li ho visti ho sentito qualcosa dentro. Sarullo lo conoscevo dai tempi in cui era nel mio paese”, dice Lombardo al processo Reset 2 che si celebra in Corte d’appello. Del suo travaglio avrebbe voluto parlare innanzitutto con il padre, ma le ferree regole del carcere impedivano un loro incontro.
La notte del 25 ottobre 2009 Vincenzo Urso, imprenditore edile, rientra a casa e parcheggia la Volkswagen Tuareg in via Ragusa, ad Altavilla Milicia. Scende dal Suv e capisce di essere braccato da qualcuno. Tenta di scappare, imbocca via Oberdan e via Palermo, dove viene raggiunto da una pioggia di proiettili calibro 7.65. Un delitto contestato ai Lombardo, padre e figlio. Lombardo seniot era andato su tutte le furie per via della concorrenza di Urso nel settore del movimento terra e non solo. Urso era stato fidanzato con la figlia e il padre non si era rassegnato alla fine della relazione.