"Ars, maggioranza in bilico| Ora un patto per il 2012" - Live Sicilia

“Ars, maggioranza in bilico| Ora un patto per il 2012”

Intervista a Giuseppe Lupo (Pd)
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Il Pd vuole stringere i tempi, senza ulteriori meline.  Il tempo del Lombardo quater è scaduto, ribadisce a Live Sicilia il segretario Giuseppe Lupo. Che di governo politico, in questa fase, non vuole parlare: “Prima si chiarisca se c’è la volontà di fare un’alleanza politica, per l’oggi e per il domani: un nuovo governo non è all’ordine del giorno”. La road map tracciata dal segretario democratico passa per un incontro, da tenere in tempi stretti, nel quale il Terzo polo cali le sue carte, “parlando con una voce sola”, un summit che dovrebbe essere preludio, almeno nei piani dei democratici, alla nascita di una grande coalizione che comprenda il centrosinistra “tradizionale” e il Terzo polo, in vista dei futuri appuntamenti elettorali, partendo dalle amministrative dell’anno prossimo e includendo le elezioni regionali anticipate, che Lupo torna a chiedere a Lombardo.

Sulle richieste del Pd si è registrata nei giorni scorsi un’apertura, almeno parziale, di Lombardo. Avete avuto modo di parlare in queste ore?
“Ci siamo incrociati ieri e ci risentiremo in questi giorni. Lui ha ribadito che non intende ricandidarsi, lo aveva già detto altre volte, e ha fatto un’apertura significativa sulla nostra proposta di primarie. Tutto questo lascia intendere la disponibilità a un’alleanza politica, soprattutto, come ha detto Lombardo, se si va verso un voto anche per il Parlamento nazionale”.

Di primarie ha parlato in queste ore anche Carmelo Briguglio, leader di Fli, l’anima del Terzo polo che fin qui è sembrata meno propensa a parlare di alleanza politiche col Pd…
“L’apertura di Briguglio di oggi è oggettivamente importante. Non voglio enfatizzare la cosa più di tanto, ma certamente le sue dichiarazioni aprono a un’idea di democrazia partecipata. Noi proponiamo un’alleanza larga che comprenda il centrosinistra e il Terzo polo, cioè quelle forze politiche che si oppongono a Berlusconi. C’è un’accelerazione nel processo politico che è anche la conseguenza del precipitare della situazione nazionale, del declino berlusconiano. La Sicilia vive una condizione tragica. Noi che risposte vogliamo dare ai bisogni della gente? È il momento di lanciare una proposta politica per la Sicilia”.

Una proposta che voi vorreste condividere anche con gli alleati “tradizionali” di Sel e Idv…
“Sì, Sel, Idv ma anche i partiti moderati e autonomisti del Terzo polo. Vogliamo avviare un percorso di scelte condivise, non solo per la regione ma anche per i 150 comuni per i quali si andrà al voto l’anno prossimo, tra i quali anche centri importanti come Palermo, Trapani e Agrigento. Dobbiamo rispondere alla grande voglia di cambiamento manifestata dagli elettori in occasione del referendum e delle ultime amministrative che sono andate bene per noi e malissimo per la destra. Noi chiediamo al Terzo polo di esprimere una valutazione comune sulle nostre proposte, in un incontro ufficiale”.

E qual è la scadenza temporanea che date a Lombardo e al Terzo polo per mettere su questa nuova alleanza politica?
“Secondo me il 2012 deve essere l’anno della svolta. È urgente dare risposte alle emergenze, questo chiedono gli elettori, per riaffermare valori di democrazia e legalità dopo i disastri di Berlusconi. Penso a una città come Palermo, dove dopo il fallimento del berlusconismo bisogna ricreare condizioni di vivibilità. E poi, l’alleanza larga tra centrosinistra e Terzo polo piace alla gente. Dove ci presentiamo uniti, vinciamo”.

Idv e Sel, però, di questo patto con il Terzo Polo non vogliono saperne. Come si supera quest’ostacolo?
“Se Idv e Sel governano la Liguria insieme all’Udc non si capisce perché non debbano farlo anche in Sicilia”.

Secondo lei perché allora persiste questo atteggiamento di chiusura da parte dei vostri alleati di sinistra?
“Prevale ancora una cultura di testimonianza fine a se stessa. Ma sul territorio anche Sel e Idv hanno fatto scelte coraggiose, sperimentando alleanza col Terzo polo. Per tutta risposta, i dirigenti di Italia dei valori che hanno fatto quegli accordi sono stati espulsi dal partito”.

Poniamo che si arrivi davvero a un accordo di coalizione e alle primarie. Il Partito democratico ci arriverebbe con un candidato unico? E se sì, come lo sceglierete?
“Questo dipende dalle scelte che si faranno a livello nazionale. Nel partito, al riguardo, c’è un dibattito aperto. Io penso che dobbiamo trovare una via democratica per arrivare alle primarie con un candidato unico del Pd”.

Intanto, in attesa di una risposta del blocco terzopolista, il Pd ha adottato in queste settimane una linea più intransigente nei confronti di Lombardo. Può essere il preludio di una rottura?
“Noi stiamo proponendo un’alleanza per un progetto politico. Il nostro avversario è Berlusconi, sono i suoi accoliti, è un governo nazionale che con la manovra massacrerà ancora una volta la Sicilia e le parti sociali più deboli”.

Nel frattempo , però, avete detto di non essere più disponibili a sostenere Lombardo in Aula, finché non avrete risposte…
“Mi auguro che si faccia chiarezza prima della ripresa dei lavori d’Aula. Ma noi abbiamo già dichiarato esaurito il nostro sostegno al governo tecnico”.

Insomma, in questo momento il Lombardo quater non ha più una maggioranza all’Ars?
“Per noi non c’è più un vincolo di maggioranza sul sostegno al governo tecnico. Valuteremo nel merito dei provvedimenti, ma, per capirci, se Lombardo presenta un suo disegno di legge di cui non so nulla, io non sono obbligato a votarlo. Voglio capire se siamo alleati oggi e se lo saremo anche domani, o se invece domani il terzo polo ci presenterà candidati contro o magari si alleerà col centrodestra”.

Se troverete un accordo, anche sul voto anticipato, sarà un governo politico a portare la Sicilia a nuove elezioni?
“No, io questo non l’ho mai detto. Oggi il nuovo governo non è all’ordine del giorno. Prima si pensa all’alleanza, se c’è la volontà di costruirla, su basi programmatiche. Parlare prima di nuovi governi non ha senso”.

Lei ha citato la voglia di cambiamento della gente. In questi giorni a dominare il dibattito politico sono i temi della casta, degli sprechi, dei costi abnormi della politica. Pensa che, per esempio,  sul taglio del numero dei deputati all’Ars si troverà un accordo?
“C’è un disegno di legge del Pd che riduce da novanta a settanta il numero dei deputati regionali. Noi lo abbiamo votato, gli altri no. Se lo avessero fato, la norma sarebbe già a Roma. Io credo che alcune riduzioni dei costi della politica vadano fatte. Azzeriamo, tanto per cominciare, i consulenti esterni: sono un’offesa a chi non può portare un piatto di pasta a casa. Gli assessori sono tecnici? Facciano i tecnici, senza ricorrere a consulenti inutili. Un’altra nostra proposta era quella di ridurre il numero degli esterni nei gabinetti degli assessori: con i soldi che si sarebbero risparmiati volevamo finanziare l’esenzione dell’addizionale Irpef per i cassaintegrati. Non ce l’hanno votata quella norma. Ma è questo genere di interventi che la gente vuole vedere”.


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