PALERMO – Fermo convalidato e custodia cautelare in carcere per il diciassettenne arrestato per l’omicidio di Aldo Naro. Regge al vaglio del giudice la ricostruzione dei carabinieri che si è chiusa con la confessione del minorenne. È stato lui, dopo averlo negato per sei ore, ad ammettere di avere sferrato il calcio mortale che ha ucciso il giovane laureato in Medicina. Il fermo è stato convalidato al termine di un nuovo interrogatorio.
La svolta investigativa era arrivata quando il giovane, ormai individuato dai militari del Nucleo investigativo e del reparto operativo del Comando provinciale, ha deciso di presentarsi al carcere minorile Malaspina di Palermo. Prima ha negato di avere colpito a morte Aldo, poi è crollato. Si è detto pronto a dire tutta le verità. Una verità che inizia, secondo il suo racconto, quando interviene per sedare una rissa – lui che faceva il buttafuori abusivo – nel privè dove Naro era con gli amici. Quindi avrebbe ricevuto un pugno alla nuca dalla vittima. Che a quel punto veniva portato via da un buttafuori e scivolava mentre scendeva i gradini dell’area riservata.
È l’epilogo drammatico della vicenda. Il minorenne ammette di avere perso il controllo, era troppo nervoso, si è fatto largo tra la folla e ha sferrato il calcio mentre Aldo si stava rialzando. È un particolare decisivo. Secondo gli investigatori e i magistrati della Procura, il fatto che Aldo si trovasse ancora a terra quando ha subito il colpo configura il reato di omicidio doloso. Un’ipotesi che ora ha convinto il giudice che ha convalidato il femro. Il diciassettenne si difende, dice che non voleva ucciderlo, voleva fare del male ad una persona da cui aveva subito del male. Mai si sarebbe immaginato che Aldo potesse morire.
Ed invece la vita del venticinquenne è finita sul pavimento di una discoteca. La posizione del ragazzo è passata per competenza della Procura dei minori, ma prosegue il parallelo lavoro dei pm del Palazzo di giustizia (l’indagine è coordinata dal procuratore Franco Lo Voi ed affidata ai sostituti Carlo Marzella, Sirio de Flammineis e Claudio Camilleri). Ai militari, guidati dai colonnelli Giuseppe De Riggi e Salvatore Altavilla, il compito di chiarire i punti oscuri della faccenda. Nel frattempo sarebbero stati individuati i protagonisti della rissa con Naro e i suoi amici. Si tratta di due ragazzi dello Zen. Non due imbucati, ma regolarmente invitati e dotati del braccialetto di riconoscimento per accedere al privè.