L'omicidio di Turi Leanza |Cinque conferme, uno scarcerato - Live Sicilia

L’omicidio di Turi Leanza |Cinque conferme, uno scarcerato

I sei indagati sono accusati di aver organizzato l'uccisione del boss di Paternò.

Gli esiti del Riesame
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CATANIA – È stato scarcerato Antonino Barbagallo, 42enne, finito in manette con la grave accusa di omicidio. Avrebbe partecipato alle fasi organizzative dell’uccisione di Salvatore Leanza, ucciso l’estate di 4 anni fa. Il Tribunale del Riesame (collegio presieduto dal giudice Catena) ha accolto il ricorso del difensore di Barbagallo, l’avvocato Vittorio Lo Presti, ed ha annullato l’ordinanza emessa dal Gip. Ordinanza invece che è stata confermata per gli altri cinque indagati: Alessandro Giuseppe Farina, 33enne, Antonio Magro, 43enne, Vincenzo Patti, 39enne, Francesco Santino Peci, 41enne e Sebastiano Scalia.

A chiudere il cerchio sui presunti responsabili le rivelazioni del neo collaboratore di giustizia Orazio Farina, che si sono aggiunte a quelle del reo confesso Filippo Musumarra, ex killer del gruppo di fuoco del clan Rapisarda di Paternò. Le indagini fotografano i momenti di forte tensioni tra gli Alleruzzo (alleati dei Santapaola) e i Rapisarda (referenti dei Laudani), che sono sfociati nel sangue. Salvatore Leanza avrebbe avuto la colpa dopo la sua scarcerazione di aver creato un gruppo di uomini fidati che avrebbe avuto lo scopo di conquistare una fetta di affari criminali della città di Paternò. E questo non sarebbe piaciuto ai vertici del clan rivale, che avrebbe ordinato la sua morte. Fatto fuori Turi Leanza, detto “padedda”, sarebbe stato pianificato un mese dopo (luglio 2014) anche l’agguato nei confronti di Antonio Giamblanco, componente della squadra del boss degli Alleruzzo. Agguato che però fallisce.

Antonio Barbagallo torna dunque in libertà. Si dovrà attendere un mese e mezzo per conoscere le motivazioni del Tribunale del Riesame. Ma forse sulla decisione ha pesato molto la sentenza di assoluzione dall’accusa di associazione mafiosa nel processo scaturito dall’inchiesta En plein. A casa di Barbagallo, per dovere di cronaca, i carabinieri in fase di esecuzione del provvedimento hanno trovato una pistola marca Bernardelli calibro 6,35 completa di caricatore, risultata oggetto di furto, e 7 cartucce dello stesso calibro e una modesta quantità di cocaina.Grazie alla recente collaborazione con la giustizia di Farina Orazio, fratello dell’arrestato Farina Alessandro Giuseppe, le accuse già formalizzate contro i sei indagati da uno degli esecutori materiali dell’omicidio del Leanza e del tentato omicidio del Giamblanco, il collaboratore Musumarra Francesco (che ha già riportato condanna per tali reati), hanno trovato pieno riscontro, consentendo così di fare piena luce su tali fatti delittuosi e di addivenire alla contestazione delle relative responsabilità a tutti i partecipi.


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