Lommel, Di Bartolo: "Mio papà è di Palermo. Emozione al Barbera!"

Lommel, Di Bartolo: “Mio papà è di Palermo. Orgoglio giocare al Barbera”

Il portiere: "Spero che i rosanero riescano ad andare avanti. Un onore conoscere Corini"
L'INTERVISTA
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PALERMO – Continua a consolidarsi il rapporto di collaborazione tra le squadre della galassia del City Football Group. Il Lommel SK è ospite del Palermo per alcuni giorni di allenamento che si concluderanno con una gara amichevole in programma sabato 23 marzo allo stadio “Renzo Barbera” (calcio d’inizio alle ore 14.00). Arrivati ieri (giovedì 21 marzo) nel capoluogo siciliano, i calciatori del club belga stanno usufruendo del Palermo CFA di Torretta per prepararsi in vista delle ultime giornate della Challenger Pro League. I biancoverdi sono attualmente al secondo posto nella classifica della seconda divisione belga e dopo la sosta si giocheranno la promozione in massima serie nelle ultime quattro giornate di campionato.

Francesco Di Bartolo

Nella rosa guidata da Steve Bould, c’è anche un giovanissimo portiere italiano. Arrivato al Lommel SK nell’estate del 2023, Francesco Di Bartolo ha sposato il progetto del club belga del City Football Group siglando un contratto per le prossime cinque stagioni. Il calciatore ha da pochi giorni compiuto 19 anni e arriva in Belgio dall’Udinese, dove è cresciuto calcisticamente fino alla formazione Primavera. E proprio Di Bartolo si è raccontato nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di LiveSicilia, parlando della sua carriera, delle sue prospettive per il futuro e anche dei giorni che sta passando a Palermo con la sua squadra, rivelando inoltre un particolare retroscena. 

“Mio padre è di Palermo”

Sei giovane e in questa stagione hai scelto il Lommel in Challenger Pro League. Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia (e l’Udinese) per andare in Belgio? Ha influito il fatto che il Lommel sia nella galassia del City Football Group?

“Diciamo che io ho fatto dieci anni a Udine e sono stati dieci anni bellissimi dove ho imparato molto. Sappiamo che la scuola dei portieri dell’Udinese è una delle più rinomate in Italia, però avevo la sensazione che lì il mio percorso fosse giunto al termine. Avevo già in testa l’idea di fare un’esperienza all’estero, anche per aprire la mia mente, per così dire, a un tipo di calcio diverso. Qui in Belgio ho sviluppato il gioco con i piedi, ho imparato a capire il mio corpo in maniera migliore, ho migliorato le mie capacità coordinative”.

“Quindi abbiamo lavorato in maniera diversa rispetto a quello che normalmente si fa in Italia per la crescita di un portiere. Inoltre mi ha aiutato molto anche dal punto di vista della crescita personale, perché in un anno dove ho vissuto da solo penso di essere cresciuto molto. E poi a dire la verità ho avuto la fortuna di incontrare un grandissimo preparatore dei portieri che cura ogni dettaglio e sicuramente la scelta è ricaduta per questi due motivi: la presenza del City Football Group e per l’allenatore dei portieri che ho trovato”.

Come ti trovi nel club e nella nuova città dove vivi?

“L’ambientamento non è stato particolarmente difficile. Io vengo da Udine che comunque non è una città enorme e non ho sentito molto il cambiamento. Lommel è una città veramente piccola e quindi c’era anche difficoltà dal punto di vista sociale. Però con la squadra e lo staff mi sono trovato da subito molto bene e come ho già detto anche l’allenatore dei portieri mi ha dato e mi sta dando una grande mano”.

“Spero che quest’anno, diciamo di apprendimento, mi possa servire il prossimo anno, quando mi auguro di raccogliere tutti i frutti di quello che ho seminato quest’anno. Io sono nato e cresciuto a Udine, ma mio papà è nato a Palermo. Non ero mai stato qui, per me è la prima volta e devo dire la verità: questo è un posto fantastico. Lui è molto contento del fatto che io sia qui con la squadra”.

Il Lommel lotta per la promozione in massima serie. È questo l’obiettivo che vi eravate posti a inizio stagione? 

“L’idea è sempre stata quella di provare a portare questa società in prima divisione (Jupiler Pro League, ndr). Quindi noi da inizio anno abbiamo lavorato per provare a raggiungere questo obiettivo. Adesso mancano quattro giornate e bisognerà continuare a fare quello che abbiamo fatto fino a questo momento, quindi allenarci duramente e provare a portare a termine questo grande passo che può essere qualcosa di straordinario per la società e per i tifosi”.

Anche il Palermo proverà a raggiungere la Serie A in questa stagione. Hai seguito le vicende della squadra rosanero? 

“Sì, a dire la verità ho visto più di qualche partita. Spero con tutto il cuore, soprattutto per la mia famiglia, che il Palermo riesca ad andare avanti. Mio padre segue il Palermo, anche mio nonno lo segue. Sono emotivamente coinvolti possiamo dire. E lo spero anche per il City Football Group. Sarebbe importante che questo gruppo continuasse ad andare avanti e magari riuscisse a portare tutte le squadre nei top campionati europei e, magari, anche fuori dall’Europa”.

Qual è il tuo parere su mister Corini e sulla stagione del Palermo?

“Ieri pomeriggio è stato stato un piacere e un onore conoscerlo personalmente. Penso che questi tre giorni ci serviranno soprattutto per apprendere anche qualcosa da un allenatore di questo calibro e anche da certi giocatori che hanno fatto tante presenze in Serie A o in Serie B. Quindi posso solo dire che io sono venuto qua per dare il mio massimo e per provare ad apprendere tutto quello che posso da questa esperienza. C’è solo da imparare da un allenatore e da calciatori di questo livello qua”.

Sei stato anche nel giro della nazionale italiana. Conosci Sebastiano Desplanches? Cosa ne pensi? E più in generale, qual è la tua idea sui portieri del Palermo?

“Con la nazionale ho fatto vari stage dei portieri e poi ho fatto anche l’Under 18 e l’Under 19. Sicuramente anche questo resta un mio obiettivo personale. Soprattutto in questo momento qua in cui sto facendo, magari, un po’ più di fatica a giocare. La nazionale, però, per me resta un obiettivo e un orgoglio personale, per loro sarò sempre a disposizione in qualsiasi momento”.

“Desplanches non lo conosco personalmente, però i numero parlano da soli. Un portiere che riesce a vincere il premio come miglior portiere al Mondiale Under 20 si presenta da solo. Già quando era al Milan, in Primavera, l’ho sempre apprezzato e mi dispiace di non aver avuto la possibilità di incontrarlo in questi giorni. Però sono contento per lui che sia con l’Italia Under 21 e gli auguro tutto il meglio. Da Pigliacelli, un portiere di questo livello, c’è solo da imparare e da prendere spunto su qualsiasi ambito. Dalla gestione della partita ai gesti tecnici che sono da grandissimo portiere”.

Avete già fatto il primo allenamento nel nuovo centro sportivo di Torretta. Che impressione ti ha fatto?

“Appena sono entrato mi ha fatto una grandissima impressione. Era tutto organizzato, tutto in ordine. Penso che per i giocatori del Palermo sia qualcosa di importante. Ritengo che ci sia il top per poter lavorare al meglio”.

Con che spirito affronterete l’amichevole di sabato al “Barbera”?

“Sicuramente la affronteremo al duecento per cento. Non capita tutti i giorni di poter giocare in uno stadio così importante, davanti anche a una cornice di pubblico così calda e così vicina alla squadra. Poi personalmente sarà anche un’emozione ulteriore, perché da italiano poter giocare al Barbera è qualcosa che mi riempie di orgoglio!”.


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