Luca che viene bene nelle foto | Ma il sindaco non l'ha saputo fare - Live Sicilia

Luca che viene bene nelle foto | Ma il sindaco non l’ha saputo fare

Una foto che ne sfilava il profilo lanciò Leoluca Orlando nella campagna vittoriosa per sindaco Palermo. Ora - secondo i sussurri - sono pronte altre suggestioni, con vista su Palazzo d'Orleans, per la Presidenza della Regione. Ma la cronaca fotografa una realtà diversa dai ritocchi.

Leoluca Orlando viene bene in fotografia. Venne benissimo, ai tempi della candidatura, quando un miracoloso manifesto elettorale diede al suo fisico appesantito una perentoria baldanza giovanile, resa pugnace dallo slogan: “Il sindaco lo sa fare”. Ora è lecito chiedersi, dopo qualche anno di amministrazione, a quali traguardi quella cavalcata di ritocchi e seduzione abbia portato. Foto su foto, soprattutto, da riempirci album monumentali. Per esempio, quella con Margarethe Von Trotta – la celebre regista che ha preso la cittadinanza onoraria – uno degli ultimi flash nella raccolta. Anche lei pagherà l’esosa Tari?

Leoluca Orlando è l’uomo che viene bello nelle foto, nelle cartoline che spande, per infondere ventate di ottimismo. Incarna – colui che gli amici chiamano ‘Luca’ – l’attore consumato (nella Germania dell’amica Margarethe ha ricevuto meritatissimi premi) che sprizza talento, specialmente nella parte di se stesso, circondato dal coro di una Primavera di reduci. E mentre un tale protagonista si mette in posa e offre pezzi di bravura, Palermo cade proprio a pezzi.

Non importa. Il ‘Professore’ – anche così lo chiamano – si specchia con la civetteria degli eruditi che non è mai bieca vanità, si aggiusta il soprabito, si pettina la chioma ribelle e già – prestando le orecchie ai sussurri insistenti – si prepara alla prossima battaglia per la poltrona di Palazzo d’Orleans. Intanto, il capoluogo deperisce, nell’impotenza di coloro che ormai non hanno più voce, se non l’eco di una cocente delusione. Per cui anche il riflesso nello specchio si va opacizzando, come testimonia lo sconcerto quotidiano dei poveri amministrati. Come certificano i numeri nel sondaggio del ‘Sole 24 Ore’ che ha registrato una cospicua perdita di fiducia. E la litania delle piaghe ha ormai la cadenza di una lettura biblica.

C’è la sporcizia di Palermo – la Tari, la tassa sulla munnizza, si specchia nel volto del contribuente, deformato dalla rabbia di chi paga per nulla – che talvolta assume i contorni di un’alta marea travolgente di cassonetti ripieni; in altre occasioni compone la risacca di vie maleodoranti, offerte graziosamente ai turisti-collezionisti di selfie carichi di fetore.

C’è il traffico di Palermo, punizione divina, croce irta di chiodi della più evidente inerzia. I cantieri sono un’opera buona, purché preparino – qualcuno nutre motivati dubbi – un futuro radioso per la mobilità. Le pedonalizzazioni costituiscono una sfida interessante. Ma ci vorrebbe una mente in grado di armonizzare i progetti futuribili con una contemporanea libertà di spostamento. Purtroppo, non c’è. La viabilità si è trasformata in supplizio da inquisizione: la pena che la borghesia automobilistica sconta per la superbia di non volersi conformare al proletariato della camminata a piedi.

Ci sono strade dissestate e impraticabili, ovunque, in un revival delle mulattiere. C’è una giunta di bassissimo profilo. Lo stesso sindaco si sarebbe fatto sentire con una strigliata in piena regola ai suoi prescelti. Però alle reprimende non seguono atti concreti: nello specchio di Leoluca Orlando non c’è spazio per figurine concorrenziali. Ecco perché gli assessori sono politicamente mediocri. Una scelta, non una fatalità.

Si narrano poi storie minime ed esemplari che solfeggiano il controcanto dell’abbandono. Una riguarda il famoso mercatino del martedì di viale Francia: un caos che si ripropone, con disagi differenti, in altri quartieri. Ogni martedì, dunque, una porzione di tessuto urbano subisce l’occupazione militare delle bancarelle. Un’eventuale ambulanza chiamata per soccorso non avrebbe modo di passare – si sgola da mesi Michele Maraventano, presidente della Circoscrizione – i residenti non possono uscire di casa, né rientrare, se non dopo un certo orario. Un vero e proprio sequestro di persona che non imbarazza nessuno, figurarsi l’assessore al ramo. Dovesse scapparci, per disgrazia, il morto, se ne parlerà con titoli di fuoco sui giornali e, finalmente, si porrà il problema.

Appena un elenco spicciolo è questo catalogo di rabbia e amore deluso. Una litania che potrebbe essere arricchita, qui limata all’essenziale. Un bollettino di guerra. Basta per confermare un giudizio severo su un sindaco e sulla sua squadra,? O può apparire plebeo questo preoccuparsi di sporcizia, di strade e di persone, nel festival delle suggestioni che cucinano sempre la stessa zuppa di Primavera stantia?

Domande, forse, oziose. Anche perché Leoluca Orlando, il Professore, Luca, l’uomo che viene bene nelle foto, si prepara – secondo quei sussurri – a svoltare, puntando dritto sulla Presidenza della Regione. Da qualche tempo, infatti, interviene su tutto lo scibile siculo e umano che non sia l’angusto confine provinciale in cui si sente ristretto. Se lo specchio si offusca, ci vuole una nuova sfida, si stampi una foto con l’opportuno ritocco. Ma il sindaco, fin qui, non l’ha saputo fare.


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