Lucia, Crocetta, Tutino la mala Sanità | Riparte la danza attorno alle dimissioni - Live Sicilia

Lucia, Crocetta, Tutino la mala Sanità | Riparte la danza attorno alle dimissioni

Già qualche mese fa le dimissioni sembravano certe. E poi sfumarono. Ora si attende di nuovo la decisione dell'assessore.

PALERMO – Stamattina qualcuno la dava già per “cosa fatta”. “Lucia Borsellino si è dimessa, ha già informato il presidente Crocetta, manca solo l’ufficialità”. Man mano che passavano le ore di questo martedì di passione, però, la notizia si sgonfiava un po’. L’assessore ci sta pensando, ma ancora non c’è nulla di fatto. O, racconta qualcuno che conosce bene Lucia, al momento è “altrove”, in un luogo tranquillo, a lavorare. Lontano dai clamori.

Intanto, un ciclone ha sparigliato i tarocchi sul futuro di questo governo regionale. Parole chiare, anche se non definitive, affidate a una intervista resa al quotidiano Repubblica. Frasi che suonerebbero come una enorme “novità”, se solo, man mano che passano i minuti, l’idea delle dimissioni – eccola, la parola – non si affievolisse sempre di più. Un’altra volta.

Già, perché non è la prima. Sebbene questa appaia diversa. Qualche mese fa, le dimissioni sembravano certe. Erano i giorni caldissimi che seguirono alla morte in una ambulanza della piccola Nicole, le cui cause sono ancora tutte da chiarire. In quelle ore fu durissimo l’intervento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che parlò della Sicilia come di una “Regione sotto tutela”, e ventilò l’ipotesi del commissariamento, puntando il dito anche contro il “mancato rispetto dei Livelli essenziali d’assistenza”. Quelli, per intenderci, che non prevedono interventi di chirurgia estetica all’interno di un ospedale pubblico come l’azienda Cervello-Villa Sofia. Come hanno sollevato gli inquirenti nel contesto dell’inchiesta che ha portato in carcere il primario Matteo Tutino, vicinissimo al presidente Crocetta.

E apparentemente, le “nuove” dimissioni sarebbero il frutto di quella inchiesta. Ma stavolta sembra esserci di più. Perché, mentre nel primo caso, la tragedia della bimba morta a Ragusa, il “fatto” ha finito per innescare reazioni esterne al governo regionale, la vicenda Tutino ha minato profondamente le radici del rapporto tra l’assessore e il governo stesso. Mentre in occasione dell’affondo della Lorenzin, il presidente Crocetta ha potuto agevolmente sollevare il “caso” politico-istituzionale col governo Renzi e con quel ministro che era, secondo il presidente, pur sempre un esponente del centrodestra (sebbene nuovo), stavolta l’assessore Borsellino ha messo in dubbio le ragioni profonde dello “stare dentro” questo esecutivo. E lo ha fatto con una intervista che apparentemente non lascerebbe spazio ai dubbi. Alcun margine.

“La vicenda Tutino – confida l’assessore – è un altro tassello di un mosaico che, al mio interno, si sta per completare. Quello che posso dire, oggi, è che le ragioni che mi portarono tre anni fa ad accettare la proposta di Crocetta non le vedo più. Poi, sui tempi, vedremo: non dipende solo da me. Ma l’arco temporale non può essere lungo”. E a spiegare le ragioni di questa nuova idea di dimissioni, ecco che nell’articolo si fa riferimento all’iter per la scelta dei manager, alle nomine di Crocetta, all’idea, balenata nella mente del governatore, di riproporre Giacomo Sampieri, già defenestrato da Villa Sofia, alla guida della Seus-118. Tutti temi che questo giornale ha puntualmente sollevato, raccontato, come “tappe” di un progressivo allontanamento dell’assessore dal presidente. Un mosaico, dice la Borsellino, al quale ultimamente si è aggiunta un’altra, voluminosa tessera: la nomina in giunta di Giovanni Pistorio. Sì, proprio l’ex assessore alla Sanità del governo di Totò Cuffaro. Quella Sanità, insomma, che Lucia Borsellino avrebbe dovuto cancellare col colpo di spugna della legalità, la stessa Sanità rispetto alla quale segnare un solco definitivo. Eccola lì, la Sanità del passato, seduta in giunta, magari sulla poltrona accanto a quella di Lucia Borsellino.

Un mosaico, dice Lucia Borsellino. Ma adesso manca l’ultima tessera. Ed è quella che può fare la differenza. In un senso o nell’altro. Le “vecchie” dimissioni sono state riassorbite dalle cronache. Dai pensieri quotidiani, generosamente offerti da questo governo alle cronache. Le vecchie dimissioni erano certe, e sono svanite nel nulla. Adesso, la danza è ripartita. Sul filo dell’ironia, che già viaggia sui social network: “La Borsellino si è dimessa per la terza volta?”. Una danza, sul filo dei tempi: “Mi dimetto, anzi mi dimetterò” che toglie significato politico all’annuncio stesso. Un gioco quello del “rimando”, quello di una promessa (o per qualcuno, una minaccia), tesa tra il passato e presente, usato spesso dal governatore che, forse, a sua volta ha usato Lucia. I manager, le nomine, il 118, Tutino. Forse anche per l’assessore l’immagine che emerge dal mosaico è quella di un vero e proprio tradimento.

Ma l’ultima tessera ancora non si vede. C’è solo un nuovo annuncio di nuove dimissioni. Affidato ai “si dice”, alle conferme che arrivano dagli ambienti dell’assessorato e alle indiscrezioni che parlano di una imminente conferenza stampa. L’ultima. Sempre che Lucia Borsellino non voglia, a quel punto, legittimare tutto il resto, in un colpo. Gli errori, i ritardi, le incredibili omissioni e anche il passato di sprechi e privilegi che avrebbe dovuto far dimenticare. E che sembra rivivere tra le nomine in giunta e negli imbarazzanti retroscena del “modulo Tutino”.


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