“Due mesi per censire i beni delle Ipab? Bastano e avanzano. Quanti sono i beni che devo censire? Ancora non lo so”. La contraddizione è candidamente ammessa da Davide Giordano, consulente incaricato dall’assessore Beppe Spampinato di verificare lo stato dei beni delle Istituzioni di assistenza. L’ultimo, in ordine di tempo. Il numero “686” dell’infinita serie degli esterni nominati dal governo Lombardo. Insomma, per Giordano due mesi bastano e avanzano. Nonostante non sia chiara nemmeno la mole del lavoro che l’esperto dovrà affrontare.
Ma Giordano si giustifica: “La consulenza è di pochi giorni fa. Del primo settembre. Oggi è giorno tre…”. No. Oggi è giorno 7. Ovvero, è già quasi trascorsa una delle cinque settimane di lavoro dell’esterno della Regione. “Ma ancora non ho iniziato – ammette Giordano – casco un po’ dalle nuvole”.
Insomma, il consulente non ha ancora iniziato. Anzi, al cronista dice: “Lei mi sta chiamando mentre sono a lavoro”. Non per la Regione, si capisce. “Non riesco a concentrarmi per rispondere alle sue domande”. Giordano in effetti è distratto dalla presenza, immaginiamo, di altre persona nella sua stanza. Per questo, di fronte alla domanda su “cosa siano queste Ipab”, esita un attimo. Risponde a qualcuno vicino a sé. Al quesito risponderà qualche minuto dopo. “Non so nemmeno perché lei mi sta chiamando – dice – e come abbia avuto il numero di telefono”. Un numero di telefono, per intenderci, presente sul curriculum dell’esperto, pubblicato, come la legge impone, sul sito ufficiale della Regione siciliana. Così come la durata, l’importo e la natura dell’incarico. In questo caso, appunto, il censimento dei beni delle Ipab. Ci riproviamo. Stavolta Giordano ci spiega che le Ipab “sono enti di assistenza per anziani, minori e altro”. Ma precisa anche che “non è quello l’oggetto della mia consulenza. Io – spiega – devo verificare quanti sono i beni architettonici in possesso di questi enti e in che stato si trovano”. Un lavoro che rischia di essere imponente. “A dire il vero – spiega Giordano – io non avevo più saputo nulla di questa consulenza, come era andata a finire. Casco un po’ dalle nuvole”.
Una cosa, almeno è confortante. Il consulente assicura che, nonostante ancora non ci sia traccia di nessuna delle relazioni finali dei “colleghi esperti” che lo hanno preceduto, lui quella relazione la produrrà senza alcun dubbio: “Non è mio costume – dice – lasciare un lavoro a metà”. Già. Intanto, sarebbe già qualcosa cominciarlo, quel lavoro.
Sulla vicenda, poi, è intervenuto a Live Sicilia anche l’assessore Beppe Spampinato. In particolare, l’esponente del governo ha voluto puntualizzare alcune cose riguardanti l’altro incarico di consulenza, quello conferito sempre il primo di settembre, all’avvocato Giuseppe Orlando, esperto, oltre che dell’assessore, anche del sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo, ex deputato regionale che, con le sue dimissioni, ha aperto le porte dell’Ars proprio a Spampinato: “Di Guardo doveva dimettersi perché lo impone la legge – precisa l’assessore – e non mi ha fatto alcun favore. A meno che non si pensi che la legge debba essere aggirata”. Qualcosa l’assessore vuole dire anche sull’”opportunità” di questi incarichi di consulenza, considerato in particolare la fine della legislatura all’Ars e le elezioni imminenti: “Io avrei potuto – spiega Spampinato – nominare i consulenti appena insediatomi. E non l’ho fatto. Prima ho verificato le effettive necessità del mio assessorato, quindi ho scelto di intervenire per due necessità vere, urgenti. E l’ho fatto nel pieno rispetto della legge”.
