L'ultimo pentito dei Laudani incastra i nuovi vertici del clan - Live Sicilia

L’ultimo pentito dei Laudani incastra i nuovi vertici del clan

Finiscono nei faldoni dell'inchiesta Report i verbali del collaboratore Salvatore Giarrizzo, ex vertice del clan Scalisi di Adrano.
LE RIVELAZIONI
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CATANIA – Un’integrazione in zona cesarini. Tra i verbali finiti nel faldone dell’operazione Report, scattata la scorsa settimana, c’è anche quello dell’ultimo pentito del clan Laudani, Salvatore Giarrizzo. Il 29 settembre l’ex boss degli Scalisi di Adrano ha puntato il dito contro alcuni degli indagati chiave dell’inchiesta del Gico della Guardia di Finanza. I pm Tiziana Laudani e Marco Bisogni hanno depositato al gip le rivelazioni che hanno permesso di rafforzare ancor di più le fondamenta dell’inchiesta antimafia. 

Salvatore Giarrizzo, il pentito

I sostituti procuratori della Dda hanno mostrato diverse foto a Giarrizzo, che ha confessato di far parte del clan di Adrano dall’età di 17 anni avendo conquistato una posizione di vertice nel 2017. Davanti all’immagine di Orazio Scuto, il vetraio il pentito non ha avuto dubbi: “è un affiliato al Clan Laudani con ruolo apicale, responsabile del Clan Laudani”. La gip, nell’ordinanza annota che il collaboratore di giustizia “precisa di averlo incontrato un anno e mezzo addietro a un incontro” ad Aci Sant’Antonio che aveva come target quello “di trovare un accordo commerciale”. Scuto avrebbe avuto occupato un posto di vertice. Insomma di capo. “Qualunque questione all’interno del Clan Laudani passava da lui”, afferma ancora Giarrizzo. “Scuto appena uscito dal carcere – rivela il pentito – aveva ripreso il ruolo di vertice nel gruppo”.

Il ‘picchiatore’ Giacomo Caggegi, detto Rocky o il pugile, avrebbe avuto – secondo Giarrizzo – avrebbe avuto un ruolo apicale nel clan Laudani sia pure ad un livello più basso rispetto allo Scuto”. Il collaboratore ha qualcosa da dire anche in riferimento a Carmelo Bonaccorso e Nino Puglisi, altri due indagati del blitz della Finanza. “Bonaccorso manteneva la propria posizione di sodale all’interno del carcere in cui era recluso – racconta ai pm Giarrizzo – e Puglisi, dopo la sua scarcerazione, è stato accolto nuovamente quale affiliato al clan Laudani”. Insomma la cella sarebbe stata (solo) una sorta di periodo di ‘aspettativa’ dalla mafia. 

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