Il Tar: "La Regione ha sbagliato" | Lumen, sì all'accreditamento - Live Sicilia

Il Tar: “La Regione ha sbagliato” | Lumen, sì all’accreditamento

I giudici hanno ravvisato evidenti lacune nella procedura portata avanti dall'assessorato. Così, l'ente avrebbe subito un "danno grave e irreparabile". Per questo, è stato sospeso il decreto di revoca.

PALERMO – No alla revoca dell’accreditamento della Lumen. Lo ha deciso il Tar di Catania che con una ordinanza ha sospeso la decisione della Regione siciliana, dopo i casi giudiziari che hanno coinvolto i vertici dell’ente di Formazione messinese. Ma l’assessorato alla Formazione avrebbe agito, secondo il tribunale amministrativo senza rispettare le normali procedure. Ossia, senza rispettare del tutto le “regole”. Così, i giudici non hanno potuto che accogliere il ricorso presentato dall’ente, difeso dall’avvocato messinese Antonino Favazzo.

E la sentenza non lascia molti dubbi. Il decreto col quale il 19 luglio scorso, infatti, il dirigente generale del dipartimento della Formazione professionale Anna Rosa Corsello ha revocato l’accreditamento alla Lumen, non sarebbesupportato da un iter sufficientemente chiaoro. “L’esecuzione dell’ordinanza istruttoria – scrivono i giudici – non ha fornito elementi di conoscenza che consentano una ricostruzione delle circostanze di fatto dalle quali ha origine la controversia. Appaiono fondate, a un primo sommario esame, quantomeno le censure procedimentali”.

Insomma, il procedimento disciplinato dalle norme non è stato seguito. O quantomeno, l’assessorato non l’ha reso noto al tribunale. Provocando, così, scrivono i giudici un “danno grave ed irreparabile”. Tale da spingere i giudici ad “accogliere l’istanza cautelare salvi gli ulteriori legittimi e notivati provvedimenti ndell’amministrazione”.

E le lacune nell’iter che ha portato alla revoca dell’accreditamento sono facilmente desumibili dalla nota con la quale il dirigente generale Anna Rosa Corsello ha disposto la revoca stessa. In una stringatissima nota inviata al funzionario del “servizio sistema informativo e accreditamento” del dipartimento Formazione, scrive: “In merito ai fatti riportati dalla stampa in data odierna in relazione agli enti Ancol, Aram e Lumen, la S.V. provvederà con effetto immediato, ad avviare la procedura per la revoca dell’accreditamento”.

I fatti riportati dalla stampa, evidentemente, non sono sufficienti. Così, i giudici hanno “restituito”, almeno temporaneamente, l’accreditamento alla Lumen. E lo stesso, adesso, potrebbe accadere anche agli altri enti messinesi coinvolti nell’inchiesta: l’Aram e l’Ancol.

Il 17 luglio, un’inchiesta della Procura di Messina sui corsi di formazione professionale della Regione, finanziati anche con fondi dello Stato e dell’Unione europea, è sfociata in una raffica di arresti – dieci in tutto – che ha coinvolto, tra gli altri, le mogli di due big della politica messinese, Francantonio Genovese (Chiara Schirò) e Giuseppe Buzzanca (Daniela D’Urso). Ai destinatari dei provvedimenti di custodia è stata contestata l’associazione a delinquere finalizzata al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche destinate a progetti formativi.

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