“Oggi ha vinto la politica, e l’antimafia”. Ad accendere le polveri di una polemica insidiosa è stato Beppe Lumia. L’”oggi” a cui si riferiva il senatore dei democratici era quello fortunato della vittoria di Fabrizio Ferrandelli alle primarie del centrosinistra. Un candidato sponsorizzato, sostenuto, dallo stesso Lumia, oltre che da un’ampia fetta del Pd e schegge di altri partiti.
“Ha vinto l’antimafia”, così Lumia innescava per l’ennesima volta il congegno di una storia antica, a pochi minuti dalla fine del conteggio dei voti. L’indomani, Lumia entrerà nel dettaglio: “Quando ho detto che con Ferrandelli ha vinto l’antimafia mi riferivo al fatto che sulla figura di un giovane capace e in grado di presentare progetti concreti alla città, si possano coniugare i concetti di legalità e sviluppo”.
La dichiarazione, però, la sera prima, era subito rimbalzata tra le stanze del comitato per Rita Borsellino. Suscitando un certo fastidio. E qualche gesto di stizza. Con Ferrandelli ha vinto l’antimafia. Ferrandelli ha battuto Rita Borsellino. La sorella di quel giudice dietro la cui immagine sono cresciute (in età e “peso”) schiere di politici, che hanno abbracciato la causa. L’antimafia, appunto.
Fatto sta che se la cosiddetta “antimafia” esiste, è qualcosa di complesso, variegato, composito. Lo conferma un’altra polemica che ha coinvolto ancora Beppe Lumia, per tanti anni a capo della commissione antimafia, appunto, al parlamento nazionale. L’obiettivo degli strali del senatore? Claudio Fava, figlio di Giuseppe, ucciso da Cosa nostra. Il coordinatore della segreteria nazionale di Sel, ieri, aveva attaccato per primo, a dire il vero, parlando di voto delle primarie inquinato, qualificando Fabrizio Ferrandelli come un “giovanotto spregiudicato”, e affermando che su quella consultazione fossero in ballo anche “le carriere di Lumia e soci”. Lumia definito dallo stesso Fava, “ex di ogni cosa”.
La replica, anche in questo caso, non è tardata: “Se Claudio Fava spendesse lo stesso impegno che spende nella denigrazione per fare politica – ha detto il senatore Pd – non commetterebbe simili svarioni e non scadrebbe nell’insulto alla persona. Screditare gli altri non va bene, il confronto deve essere mantenuto sulle idee-progetto che a Palermo hanno premiato Fabrizio Ferrandelli. Capisco – ha continuato Lumia – l’amarezza per un risultato non previsto da Fava, ma bastava essere un po’ più presenti in città per capire che la parte più dinamica e innovativa della società palermitana si è ritrovata su Fabrizio Ferrandelli. Una realtà che merita rispetto, come meritano rispetto tutti i candidati e soprattutto – ha concluso – i 30 mila cittadini che hanno scommesso sulle primarie”.
Insomma, polemica tra due icone tutte siciliane della lotta alla mafia. Che si spaccano sul successo di Ferrandelli. Un successo al quale hanno brindato Sonia Alfano e Rosario Crocetta. La prima, figlia di Beppe, altra vittima di Cosa nostra, il secondo minacciato pesantemente dalla mafia. Così, ecco che le primarie hanno presentato anche questo retrogusto. Una sorta di nuova contrapposizione. Quella della sedicente antimafia contro la presunta “anti-antimafia”. Una polemica innescata dalle parole di Lumia: “Oggi ha vinto l’antimafia”. Così diceva, abbracciando Antonello Cracolici e Totò Cardinale. Quell’area del Pd, insomma, che sostiene e difende il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. Per il quale, in base alle parole del nuovo procuratore di Catania Giovanni Salvi, sono stati accertati “contatti con esponenti della cosca mafiosa” durante la campagna elettorale per le Politiche del 2008. Ma questa storia, in fondo, con le primarie (forse) non c’entra nulla.