CATANIA – Domani torna il Lungomare liberato. Per la quarta volta quasi tutto il waterfront della città, da piazza Europa fino ad Ognina, verrà interdetto alle automobili per consentire, come richiesto dai promotori, di recuperare il rapporto tra i cittadini e la propria città. Un’iniziativa che, fatti salvi alcuni commercianti che continuano a non condividere l’impostazione (chiedono che, contestualmente alla chiusura al traffico vengano organizzati eventi e manifestazioni che attirino i catanesi e non solo al Lungomare), piace un po’ a tutti.
Anche se c’è chi sottolinea come non basta impedire la circolazione una o due volte al mese per strappare una delle zone più belle di Catania al degrado. Come il consigliere Giuseppe Catalano che, proprio in occasione della chiusura di domani, invia una nota nella quale evidenzia alcune contraddizioni e chiede interventi.
“Famiglie che passeggiano, ciclisti dilettanti che pedalano e amanti dello sport che fanno jogging accanto a senza tetto che restano invisibili agli occhi della città, alle piazze transennate ed ai monumenti storici trasformati in pattumiere o latrine – afferma. Questo è il bello e il brutto di una delle più importanti zone turistiche di Catania. Da piazza Europa fino a piazza Mancini Battaglia il lungomare domenica sarà pure liberato dalle auto – aggiunge – ma non dal degrado che attanaglia questa parte di Catania. Un abbandono che l’amministrazione comunale sta cercando di combattere ma che è ancora ben lontana dal risolverlo definitivamente.
Una zona che non è solo movida e divertimento e che deve fare i conti con tantissimi senza tetto e disperati che trovano ripari di fortuna dove poter trascorrere la notte. Dopo i locali interni del Monumento ai Caduti, adesso uno dei principali bivacchi si trova sotto piazza Europa. Qui – sottolinea – c’è un rifugio per tanta gente costretta a vivere nell’emarginazione. Una casa arredata con materiale di fortuna dove si può trovare di tutto. Gli occupanti cercano di nascondersi agli occhi della gente con i teloni ma basta dare un’occhiata oltre l’inferriata del cancello d’ingresso per capire che, dietro ad uno dei territori più suggestivi della città, c’è molto di più”.
Da quando l’ex Palazzo delle Poste è stato sgombrato, prosegue il consigliere, gran parte dei suoi occupanti si sono sparsi per i quattro angoli della città. “Molti invece sono rimasti in zona – dice – e oggi, sul viale Africa e in piazza Europa, tra una pedalata e una camminata, basta volgere lo sguardo al di là delle palizzate e dei cancelli chiusi per notarli. Spostarli o evacuarli dalle loro baracche o sistemazioni di fortuna avrebbe il solo effetto di rinviare ancora la soluzione della questione e non affrontarla in modo definitivo. Ecco perché a breve – conclude – proporrò all’assessore ai Servizi Sociali di creare una “task force” necessaria a preparare una mappa delle baraccopoli cittadine e coinvolgere così Palazzo degli Elefanti e tutte le istituzioni ed enti che operano nel sociale per dare a queste persone un’alternativa alla strada e la possibilità di crearsi una seconda vita fatta di decoro e speranza. Un piano programmatico di sviluppo dell’intero lungomare in cui inserire anche la riqualificazione di piazza Tricolore e piazza Nettuno oltre alla valorizzazione sociale e turistica del Monumento ai Caduti e delle due Garitte Spagnole. Testimonianze del passato trasformate per mesi in bagni improvvisati per senza tetto”.