"Ma a me chi me lo fa fare?" | Un commercialista "infedele" - Live Sicilia

“Ma a me chi me lo fa fare?” | Un commercialista “infedele”

Il centro commerciale Portobello di Carini

Le intercettazioni dell'amministratore giudiziario svelano il suo ruolo nella vicenda Ferdico.

PALERMO – L’accusa della Procura della Repubblica può essere così riassunta: Giuseppe Ferdico sarebbe riuscito a mettere le mani sulla gestione del centro commerciale Portobello di Carini, già confiscato allo stesso Ferdico, attraverso le società Ariaperta srl e Fenice Store srl. Società che, secondo l’accusa, erano solo formalmente intestate a Francesco Montes, condannato per bancarotta fraudolenta. Il vero dominus sarebbe stato Ferdico, il re dei detersivi.

Un’operazione resa possibile dal commercialista Luigi Miserendino, ai domiciliari per favoreggiamento, bollato dal giudice per le indagini preliminari Walter Turturici come un “infedele servitore dello Stato”. Era stato scelto e pagato dal Tribunale per le misure di prevenzione per vigilare e tenere lontano Ferdico dalle imprese ed invece avrebbe favorito “consapevolmente” il suo ritorno.

È lui stesso a spiegarlo in alcune intercettazioni dei finanzieri del Gico e del Gruppo tutela spesa pubblica della Polizia tributaria. Miserendino confermava di essersi accorto dell’anomala presenza dell’imprenditore, ma invece di stopparlo lo avrebbe favorito, tanto che sul suo operato il giudice scrive che non si è “limitatoa  voltarsi dall’altra parte”.

Ecco le parole di Miserendino: “Io ho affittato questo posto, proprio picchì non ci vogghiu cumbattiri (non voglio averci niente a che fare)… quindi secondo lei, se io avessi visto una situazione, diciamo, abbastanza normale l’avrei affittato? No, è evidente che io non ci ho avuto… non ci ho voluto avere a che fare, proprio pi nu aviri tutti sti problemi (per non avere tutti questi problemi)”.

Il direttore commerciale della società che ha gestito per un periodo la galleria del centro aveva scritto una relazione in cui diceva a Miserendino che Fredico era “tornato alla ribalta e comanda lui, come succedeva 10 anni fa”. I finanzieri della Tributaria, agli ordini del colonnello Francesco Mazzotta, hanno piazzato le microspie nel suo studio: “Ma in questa situazione chi me lo fa fare di intervenire? Lei mi continua a sollecitare che posso risolvere la situazione, io la situazione la posso risolvere con un atto di forza, ma a me in questa situazione chi mi ci portare a fare un atto di forza?”.

La situazione da bloccare con “un atto di forza” era la gestione targata Ferdico Montes di cui, sempre a giudicare dal tenore delle conversazioni, Miserendino era a conoscenza: “Come vede non mi ci immischio in queste situazioni… se è quello che mi ha detto lei che è sempre Ferdico… amministra insieme a Montes… lasciamoli fare… se chi deve indagare indaga trarrà le conseguenze, se ci sono conclusione da trarre, se non niente”.

L’indagine coordinata dall’aggiunto Salvatore De Luca, e dai sostituti Roberto Tartaglia e Annamaria Picozzi, è arrivata davvero. Ed ha travolto anche il commercialista , simbolo, soprattutto a Trapani dove gestiva tanti beni, dell’antimafia. Era sempre in prima linea accanto ai volontari di Libera Trapani, oltre che nel consiglio di amministrazione della Calcestruzzi Ericina Libera società cooperativa, Una Coop della galassia di don Luigi Ciotti che da anni si impegna per “ripulire” i beni dalla mafia.


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