Partiamo dalla domanda opposta: chi è considerato intellettuale, ma non è detto che veramente lo sia?
Non è detto che sia intellettuale: a) il riproduttore di pensiero, cioè colui che, dotato di memoria e di logica, utilizza i pensieri altrui; b) chi ha un titolo di studi almeno medio-alto (Alberto Moravia non aveva conseguito la licenza elementare; c) chi lavora scrivendo (scrittori, giornalisti etc); d) chi insegna per professione; e) chi è istruito per avere molto letto; f) il politico di professione; g) chi è dotato di capacità di comunicazione. Tutti costoro non è detto che siano intellettuali. Eppure, provate a dirgli che potreste non ritenerli tali…
L’intellettuale è il produttore di pensiero. Non soltanto colui che prevalentemente opera con l’intelletto, ma colui che accende le luci perché altri se ne avvantàggino. La mia natura di provocatore mi induce a ribadire uno scenario da me già trattato altrove: quanti sono percentualmente i cretini ? Tenuto conto della rilevante quantità delle fasce di appartenenza alla categoria (dei cretini), credo che si possa rispondere che lo sia circa il 95% dell’Umanità. Cito questo dato per dichiarare di assolvere l’abuso della parola intellettuale. Cioè non è colpevole chi ne abusa. Chi ne abusa è solamente povero di capacità di giudizio solido, fondato.
Un esempio: se mettiamo a paragone un docente universitario e un contadino sembrerebbe non esservi dubbio su chi sia l’intellettuale. Invece, poiché l’intellettuale è colto, cioè cresciuto, cioè consapevole del mondo, beh, non è detto che lo sia chi è soltanto più istruito. Mi piacerebbe un confronto tra i due riservandomi la scelta del contadino.
Un altro esempio-equivoco: il buon Antonio Gramsci chiamò gli intellettuali a raccolta ed auspicò la figura dell’intellettuale organico al Pci. Si determinò un mezzo equivoco che tuttora permane. Infatti, un intellettuale è tale in quanto produttore di pensiero libero e definirlo di sinistra o di destra dovrebbe essere relativo al modello di società che ha nella mente e nell’anima. L’equivoco è stata la militanza e cioè l’avere ritenuto che essere intellettuale (proseguo su Gramsci) di sinistra significasse sostenere tutte le battaglie della sinistra ed avere finanche i medesimi avversari o nemici politici. Obbligatoriamente. Ricordo una riedizione di una “Vita di Pirandello”, scritta da Leone De Castris. L’autore, “intellettuale di sinistra”, si scusò con i lettori e con l’editore perché non aveva avuto il tempo di effettuare una “analisi scientifica in chiave marxista” del personaggio Pirandello. Mi chiesi che cosa volesse dire “chiave” in relazione ad un’analisi scientifica. Avevo un’altra idea delle analisi scientifiche che, ovviamente, hanno una sola chiave, quella scientifica.
P.S. Però la campagna elettorale è un mercato in cui attrarre i passanti e in cui tutti sono buoni a tutto. Peccato che la merce avariata si rischia di doverla tenere a lungo senza possibilità di immediata restituzione.