Le scommesse per aiutare i detenuti| Chi sono i boss che ricevono soldi - Live Sicilia

Le scommesse per aiutare i detenuti| Chi sono i boss che ricevono soldi

Un intreccio di parentele e interessi

PALERMO – È un intreccio di parentele che confonde. Dall’interno, però, è tutto più chiaro. Specie per chi ha l’onere di doversi occupare delle esigenze economiche dei boss di Porta Nuova detenuti.

Un compito che, stando al quadro che viene fuori dal blitz dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria, per ultimo sarebbe spettato a Salvatore Cillari. Cognome noto quello dei Cillari, nel mandamento mafioso di Porta Nuova. Salvatore è fratello di Gioacchino, boss ergastolano, e di Antonio, uomo d’onore che ha scontato una condanna per mafia.

Dall’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Salvo De Luca e dal sostituto Dario Scaletta viene fuori che Francesco Paolo Maniscalco e Salvatore Rubino, gli uomini del business delle scommesse targate Cosa Nostra, hanno aiutato economicamente i boss detenuti e le rispettive famiglie.

A raccogliere i soldi sarebbe stato proprio Salvatore Cillari. Un riscontro arriva da una conversazione dell’aprile 2018 nei pressi di una barberia di piazza D’Ossuna, rione Zisa, a pochi metri dalla strada dove è stato ammazzato il boss Giuseppe Dainotti (la sorella del boss assassinato è la madre di Tommaso Lo Presti, altro pezzo grosso di Porta Nuova oggi detenuto). I finanzieri intercettano Antonino Cillari, fratello di Salvatore, mentre discute con Matteo Reina. Critica il fratello. “… basta che si è divertito e rilassato lui… tutto il resto… i carcerati… cose… lascia perdere a me, ma il carcerato… ”. Insomma, non aveva gradito che il fratello si fosse fatto una vacanza senza pensare a chi sta peggio di lui.

Qualche giorno dopo nella stessa barberia viene captata una conversazione fra Matteo Reina e altre due persone, Bartolomeo Genzardi e Giorgio Stassi: “… a quello pure gli è arrivata la chiamata… penso di sì… è suo fratello Masino”; “… questo pure cercano”; “Certo, Masino… Tommaso Lo Presti (Gioacchino Cillari è sposato con Giuseppa Lo Presti, sorella di Tommaso ndr)”; “Certo… gli devono dare i soldi, suo cognato è… il cognato del Pispis è … (Salvatore Pispicia, cognato sia di Tommaso Lo Presti che di Gioacchino Cillari, ndr); “… a Giovanni il lungo (soprannome di un altro killer ergastolano, Giovanni Di Giacomo, ndr)… a questi i soldi glieli devono mandare’”, “Certo… poi tutti gli altri poi… chi ha la torta se la divide…”. La chiamata, dunque, era un modo per nascondere la consegna dei soldi.

E chi ha la torta da dividere ai detenuti? Ancora una volta, l’8 maggio, le microspie registrano Reina che dice “… gli hanno dato… prese 5.000”. Chi li ha presi? Forse Cillari che intercettato spiega: “… sto raccogliendo piccioli… perché questi sono quelli importanti”.

D’altra parte il primo giorno di dicembre 2018, quindi pochi giorni prima che i carabinieri del Nucleo investigativo arrestassero Salvatore Pispicia e Gregorio Di Giovanni, Salvatore Cillari incontra proprio Pispicia e pronuncia la frase “deve prendere soldi”.

Che Cillari fosse legato a Di Giovanni, soprannominato il reuccio di Porta Nuova, definito “un personaggio che in questo momento rappresenta a Palermo il Papa”, lo sapevano in tanti. Non ne faceva mistero neppure lo stesso Cillari che all’indomani dell’arresto di Gregorio Di Giovanni, il 5 dicembre 2018, dice: “… reuccio è un problema mio… non ci voleva, però non è che li abbandono… io ci vado al negozio ora… sono ma a vostra disposizione che discorsi sono? Perché è in galera…”


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