Mafia e "Nuovo mandamento" | Condanne per 250 anni di carcere - Live Sicilia

Mafia e “Nuovo mandamento” | Condanne per 250 anni di carcere

Condannate trentadue persone coinvolte nei diversi filoni di indagine collegati all'operazione "Nuovo mandamento". Ventiquattro gli assolti, tra cui Antonino Sciortino, già condannato per mafia in un precedente processo, e considerato il capo del supermandamento di Camporeale. (di Riccardo Lo Verso)

PALERMO – Si conclude con trentadue condanne per 250 anni di carcere e una ventina di assoluzioni, alcune pesantissime, il maxi processo alla mafia di una grossa fetta della provincia di Palermo, compresa fra San Giuseppe Jato e Partinico.

Nel 2013 finirono in carcere 61 persone. La stragrande maggioranza degli imputati – sono 54 – ha scelto di essere processate con il rito abbreviato. Tra gli assolti c’è Antonino Sciortino (difeso dagli avvocati Ugo Castagna e Gioacchino Sbacchi), perno centrale delle indagini visto che era considerato il capo del supermandamento di Camporeale. Lo stanno per scarcerare dal penitenziario di Novara dove è rinchiuso al 41 bis dal mese di aprile 2013. Assolto pure l’ex sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, difeso dagli avvocati Enrico Sanseverino e Luigi Mattei. Era accusato di estorsione e concussione assieme. Non ha retto al vaglio del giudice l’ipotesi che avesse chiesto soldi ad un imprenditore che stava ristrutturando la palestra del paese.

Ecco tutti i nomi degli imputati e le rispettive sorti processuali decise dal giudice per le indagini preliminari Gioacchino Scaduto: Antonino Sciortino (assolto), Salvatore Mulè (18 anni), Giuseppe Speciale (8 anni), Francesco Lo Cascio (20 anni, per lui la Procura aveva chiesto l’ergastolo per omicidio), Giuseppe Lo Voi (19 anni e due mesi), Giuseppe Marfia (12 anni), Francesco Matranga (10 anni), Giuseppe Micalizzi (5 anni), Francesco Vassallo (10 anni e 10 mesi), Salvatore Tocco (2 anni e 4 mesi), Vincenzo Madonia (12 anni), Christian Madonia (assolto), Antonio Badagliacca (assolto), Davide Buffa (assolto), Francesco Sorrentino (assolto), Salvatore Romano (10 anni e 8 mesi), Santo Porpora (8 anni), Domenico Billeci (10 anni e 8 mesi), Carmelo La Ciura (15 anni e 4 mesi), Onofrio Buzzetta (assolto, difeso dall’avvocato Fabio Bognanni), Vincenzo La Corte (assolto, era assistito dagli avvocati Antonio Di Lorenzo, Nino Caleca, Roberto Mangano e Filippo Liberto), Ignazio Grimaudo (assolto), Giovanni Rusticano (9 anni e 4 mesi), Salvatore Lombardo (8 anni), Giacomo Maniaci (assolto), Giuseppe Abbate (8 anni), Antonino Giambrone (8 anni), Angelo Cangialosi (6 anni e 8 mesi), Giacomo Tinervia (assolto), Sergio Damiani (assolto), Calogero Caruso (8 anni), Antonino Lombardo (assolto), Santo Abbate (assolto), Francesco Abbate (assolto), Vincenzo Giuseppe Cucchiara (assolto), Vito Donato (assolto), Salvatore Prestigiacomo (6 anni e 8 mesi), Raimondo Liotta (assolto), Rosario Parrino (assolto), Giovanni Longo (3 anni e 4 mesi), Sebastiano Bussa (3 anni), Francesco Gallo (sei mesi), Giovanni Gerardo Ramacca (8 mesi), Giovanni Battaglia e Vincenzo Battaglia (assolti, erano difesi dall’avvocato Claudio Gallina Montana), Giovanni Cannella (assolto, era difeso dall’avvocato Ermanno Zancla), Baldassarre Di Maggio (7 anni e 10 mesi), Pietro Ficarotta (7 anni e 10 mesi), Gaspare Lo Cascio (assolto), Salvatore Voi (2 anni e 4 mesi), Giuseppe Mulè (10 anni e due mesi), Vincenzo Mulè (4 mesi di arresto con sospensione condizionale della pena, Antonino Parrino (assolto, difeso dall’avvocato Antonio Di Lorenzo), Demetrio Schirò (4 mesi di reclusione), Sebastiano Spica (assolto).

Dalle indagini dei carabinieri del gruppo di Monreale venne fuori che i clan mafiosi avevano creato un organismo gerarchicamente superiore con l’obiettivo di coordinare le attività dei due mandamenti. Il ruolo chiave di supervisore sarebbe stato affidato ad Antonino Sciortino, originario di Camporeale. Ufficialmente faceva l’allevatore. Scarcerato nel 2011, dopo avere scontato una condanna a dodici anni, avrebbe preso il bastone del comando. Sarebbe stato lui a raccogliere le istanze che arrivavano dal territorio. E in particolare da Giuseppe Speciale e Salvatore Mulè che, secondo gli investigatori, reggevano le sorti rispettivamente dei mandamenti di San Giuseppe Jato e Partinico. Ecco perché l’assoluzione di Sciortino è di quelle che pesano. Importante sarà leggere le motivazioni della sentenza.

Riscontri alle indagini sono arrivate da Giuseppe Micalizzi, 41 anni. Faceva parte della manovalanza della cosca mafiosa di Monreale, ma ha deciso di pentirsi. Si è trovato coinvolto in un omicidio, ha capito di essere stato usato dal clan e soprattutto che rischiava l’ergastolo. La vittima è Giuseppe Billitteri. Un caso di lupara bianca, il suo, nell’ambito della lotta per il potere. Quattro imputati accusati dell’omicidio hanno scelto il rito ordinario: Giuseppe Lucido Libranti, Giuseppe Lombardo e Giuseppe Antonio Vassallo.

Nell’elenco degli imputati c’è anche il nome di Salvatore Lombardo, classe 1969, latitante. Avrebbe fatto parte della famiglia mafiosa di Montelepre con un compito delicato: tenere i rapporti fra i boss americani e quelli siciliani. Negli Stati Uniti non basta la “generica” accusa di associazione mafiosa per arrestare una persona. E’ necessaria la contestazione dei cosiddetti “reati fine” cioè di reati specifici che vengono commessi in nome e per conto di Cosa nostra. E Lombardo, dotato di passaporto americano, negli States è un uomo libero.


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