PALERMO – Pietro Scotto, uno dei fratelli del boss dell’Arenella Gaetano, è stato assolto. Condannati invece altri due imputati e tre rinviati a giudizio.
Otto anni di reclusione sono stati inflitti a Paolo Galioto, imputato per mafia ed estorsione, e 2 anni e 8 mesi a Vito Barbera, accusato di favoreggiamento aggravato per avere organizzato un incontro fra mafiosi.
La sentenza è del gup Rosario Di Gioia. Scotto era difeso dagli avvocati Rosalba Di Gregorio ed Alessandro Samatov.
Gli imputati erano stati arrestati a febbraio dell’anno scorso assieme a Gaetano Scotto, ad un altro fratello, Francesco Paolo, e Giuseppe Costa, fratello della vedova di Vito Schifani, uno degli uomini di scorta uccisi nella strage di Capaci.
Tutti e tre hanno scelto il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio.
L’inchiesta svelò un retroscena. Il quartiere attendeva con trepidazione il ritorno di Gaetano Scotto. La sua scarcerazione, avvenuta nel gennaio 2016, fu celebrata nel migliore dei modi.
Scotto e la fidanzata salirono a bordo del peschereccio che trasportava la statua di sant’Antonio da Padova, patrono della borgata marinara dell’Arenella. Era il più forte dei segnali di rispetto per il boss, da poco scagionato dall’accusa di avere partecipato alla strage di via D’Amelio.