PALERMO – Secondo la Procura, gli imputati meritano di essere condannati. Ecco le richieste di pena avanzate dal pubblico ministero Francesca Mazzocco: 10 anni Girolamo Ciresi, 6 anni per Franco Bertolino, 11 anni per Salvatore Martorana, 13 anni e 6 mesi per Nicolò Testa (considerato il capo della famiglia mafiosa di Bagheria), 8 anni per Salvatore Lauricella.
Sono imputati davanti alla terza sezione del Tribunale con l’accusa di avere fatto parte dei clan mafiosi di Porta Nuova e Bagheria. La scelta di farsi processare con il rito ordinario ha separato la loro posizione da coloro che sono già stati giudicati, e in gran parte condannati, in abbreviato a pene severe.
Il pizzo sarebbe stato imposto a tappeto. Bussavano alla porta di tutti i negozianti, tranne “da quelli con l’adesivo”, e cioè i commercianti che aderivano ad Addiopizzo. A spiegarlo è stato il pentito Danilo Gravagna: “Ogni famiglia si avvale di una squadra di soggetti, alcuni affiliati altri no, che effettua spedizione punitive nei confronti di soggetti che non rispettano le regole di Cosa nostra”. Il picchiatore Gravagna, però, aveva l’ordine di tenersi alla larga dai commercianti iscritti ad Addiopizzo che manifestavano il loro “no al racket” esponendo un adesivo divenuto negli anni il tratto distintivo del comitato: “Da quelli non andavano proprio perché era un problema per noi”.