Catania, è morto Nino Santapaola - Live Sicilia

Mafia, morto Nino Santapaola: il fratello del padrino catanese

Era detenuto al regime del 41 bis. Aveva 68 anni. Era malato da tempo.
COSA NOSTRA CATANESE
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CATANIA – Nino Santapaola è morto. Il fratello del padrino di Cosa nostra catanese Benedetto, è deceduto nel carcere di Opera a Milano, dove era detenuto in regime di 41bis ormai da diversi anni. Chiamato ‘Nino u pazzu’, è stato per diversi anni uno dei vertici operativi della ‘famiglia mafiosa’. Almeno fino ai primi anni 2000. Grazie ai Mirabile (con cui era imparentato attraverso la moglie) aveva costruito un asse privilegiato con il boss della famiglia di Caltagirone Ciccio La Rocca. Una parte delle estorsioni sarebbero state riservate al suo ‘stipendio’: nel 2015 è stato coinvolto in un blitz proprio sul pizzo al Bingo di Misterbianco.

Nella primavera del 2004 si consuma una sanguinaria guerra intestina: da una parte i Mirabile-Santapaola dall’altra gli Ercolano-Mangion. Il primo ad essere colpito è Alfio Mirabile, delfino di Nino Santapaola. Non muore subito, ma dopo parecchi anni in una clinica. Da quell’agguato fallito seguiranno altri omicidi. Qualche anno fa a raccontare i segreti della faida è stato Dario Caruana, che ha detto ai magistrati di far parte del gruppo che faceva riferimento al defunto Nino u pazzo.

Santapaola aveva 68 anni. Era malato da tempo. Diversi processi sono stati ‘sospesi’ per la sua incapacità di “stare in giudizio”. Consulenze, perizie, esami clinici e psichiatrici hanno portato a processi sospesi e rinvii. Anche ieri a Milano un processo in cui era imputato è slittato per la sua impossibilità di “prendere parte scientemente al processo”. Il suo difensore l’avvocato Peppino Lipera ha chiesto da anni la scarcerazione per le sue condizioni di salute. Ma ogni istanza è stata sempre respinta. Anche quella della revoca del carcere duro. “Tutti i suoi processi – commenta Lipera all’Ansa – sono sospesi per il grave stato di salute del mio assistito. Avevo presentato più volte istanze per la sua scarcerazione o di concessione degli arresti domiciliari e, almeno, la revoca della misura del 41 bis, a cui era sottoposto nonostante la grave malattia da cui era oggettivamente affetto. E’ un caso che deve fare riflettere tutti noi”.

Dei fratelli maschi della prima generazione della dinastia mafiosa rimane solo Nitto Santapaola vivo, dal 1993 in carcere. Anche Salvatore, Natale e Giuseppe sono deceduti già da diversi anni. Così come i cugini Ercolano.

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