CATANIA- Erano tutti giovanissimi, poco più che ventenni, i prestanome scelti per ‘riciclare’ i soldi sporchi che provenivano dalle attività illecite del clan Scalisi, articolazione attiva ad Adrano, della ‘famiglia’ mafiosa Laudani appartenente a Cosa nostra.
E’ quanto emerge dalle indagini del nucleo di Polizia economico finanziaria della guardia di finanza del comando provinciale di Catania che ha portato al sequestro di beni per 12 milioni di euro in sette province di sei regioni italiane e in Bulgaria .
A Sofia, grazie alla collaborazione di Eurojust, sottolinea la Dda di Catania, che ha coordinato l’operazione ‘The follow money II”, è stato eseguito “il sequestro delle quote e delle disponibilità della società di diritto bulgaro, parimenti riconducibile a due imprenditori catanesi” che, secondo l’accusa, agivano per conto del clan. (ANSA).