Mafia, sequestro a Santalucia |"Affari con il clan Brunetto" - Live Sicilia

Mafia, sequestro a Santalucia |”Affari con il clan Brunetto”

Operazione della Dia di Messina e del Centro Operativo di Catania.

 

CATANIA – Avrebbe avuto un ruolo di ‘trait d’union” tra le organizzazioni criminali barcellonesi e catanesi. In particolare i suoi legami con la mafia alle falde dell’Etna sarebbe avvenuta attraverso il clan Brunetto, alleato storico di Benedetto Santapaola. La Dia di Messina, con il supporto del Centro Operativo di Catania diretta da Renato Panvino, hanno sequestrato un patrimonio di un milione e 300 mila euro a Salvatore Santalucia. L’imprenditore – come emerge dalla ricostruzione degli investigatori – sarebbe una sorta di anello di congiunzione tra le organizzazioni criminali operanti tra Catania e Messina: in particolare nelle zone confinanti.

Andiamo nel cuore dell’indagine. La fonte è un altro precedente sequestro eseguito a dicembre, tre mesi fa. Quella volta il valore dei beni era stato di 27 milioni, con l’operazione di oggi si chiude il cerchio. La Dia ha sequestrato 4 fabbricati e 32 terreni, nel Comune di Roccella Valdemone (ME), per l’estensione complessiva di circa 20 ettari.

Santalucia, secondo le ricostruzioni della Dia, sarebbe riuscito ad avere nella sua dispobilità personale altre proprietà intestate in parte anche ai suoi familiari. Molti di questi terreni hanno evidenziato “diversi diritti di proprietà riferibili a terreni – suddivisi in varie particelle – provenienti dalla rappresentazione di usucapione, per possesso ultraventennale, pubblicizzata, agli uffici competenti, solo 18 anni dopo il decesso della coniuge dell’imprenditore” finito nel mirino della Dia.

Salvatore Santalucia è un noto imprenditore nel settore del movimento terra, produzione di conglomerato cementizio e produzione di energia da fonti rinnovabili. Tre comparti molto ghiotti per la criminalità organizzata. Santalucia avrebbe avuto contatti diretti con esponenti dei Santapaola di Catania e con quella di Barcellona. Sui contatti con i barcellonesi ha fornito utili indicazioni il collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano.

La Dia inizia ha interessarsi degli affari di Santalucia quando le sue imprese hanno un’anomala impennata nei profitti. Tra il 2003 e il 2010 diventa uno dei partner più fidati della Eolo Costruzioni, impresa del gruppo di Vito Nicastri (leader in Sicilia nella realizzazione delle opere civili dei parchi eolici). Nicastri è finito al centro di inchieste giudiziarie legate agli affari del superlatitante Matteo Messina Denaro.

Santalucia (alias Turi Piu) avrebbe dunque stretti rapporti con la mafia catanese. Il suo nome emerge in diverse inchieste catanesi: Dionisio, Arcangelo e Iblis, per citare le più famose. La duplice proiezione di Santalucia verso i boss barcellonesi e santapaoliani risulterebbe dalla lettura degli atti giudiziari delle due procure (Catania e Messina). Santalucia avrebbe avuto uno stretto legame con Orazio Papa, uomo di fiducia di Paolo Brunetto (boss catanese morto nel 2013) considerato alleato del capomafia Nitto Santapoala. Il nome di Turi Piu emerge anche in un’operazione dei Carabinieri di Randazzo che hanno schiacciato il potere criminale che il clan Brunetto aveva conquistato nella fascia jonica di Catania e in alcune aree confinanti della provincia messinese. Per i Brunetto i referente degli affari illeciti a Roccella sarebbe stato proprio l’imprenditore Santalucia.


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