"I mafiosi si prendono le pratiche"| Spaccaossa: la legge di Cosa Nostra - Live Sicilia

“I mafiosi si prendono le pratiche”| Spaccaossa: la legge di Cosa Nostra

L'arresto di Stefano Marino

Nuovi particolari sul blitz della squadra mobile di Palermo

PALERMO – La pratica era stata “venduta” ad un altro truffatore che però si dovette fare da parte di fronte al peso mafioso dei fratelli Stefano e Michele Marino. Nella Palermo degli spaccaossa la gente che si fa spezzare gambe e braccia per truffare le assicurazioni è merce preziosa. 

Nel maggio 2018 Massimiliano Vultaggio, coinvolto in una precedente inchiesta, sta gestendo la pratica di due giovani donne. Mentre si trova in ospedale, al Buccheri La Ferla, per incontrare le due “clienti” riceve una telefonata.

“Amore, vita, cuore, battito”, dall’altra parte della cornetta c’è qualcuno che vuole incontralo e si mostra fin troppo gentile. A convocarlo nella sua abitazione di via Alagna è stato Stefano Marino, che i poliziotti della squadra mobile hanno arrestato con l’accusa di essere diventato un pezzo grosso del mandamento mafioso di Brancaccio, ma che aveva messo le mani pure sul business dei finti incidenti.

A raccontare come sono andate le cose è un altra persona coinvolta nel giro degli spaccaossa: i fratelli Marino “si prendono le pratiche… il figlio di Paolo, questo che si mette al Buccheri, ha chiamato a Massimiliano, a Vultaggio, per queste… e mi hanno tolto le pratiche a me… e mentre che erano al bar, più avanti del Buccheri, al bar… ho visto che c’era Stefano e Michele e mi hanno tolto le pratiche… e se ne sono andati”.

Il pubblico ministero Daniele Sansone lo incalza. Vuole sapere perché si è sottomesso. Alla fine l’indagato e testimone risponde: “Sono dei mafiosi”. Poi aggiunge che due anni prima ha già consegnato a Stefano Marino la pratica del finto incidente del “posteggiatore di via Torino”.

Non è l’unica testimonianza contro i fratelli Stefano e Michele Marino. “No, dice le pratiche di quelle ragazze, quelle due femmine, sono le nostre, le dobbiamo seguire noi per i carcerati”, riferisce un altro bene informato. Che aggiunge di avere dovuto cedere la pratica dopo avere fratturato le ossa delle ragazze: “Le ho rotto tutte e due io… poi ci sono stati problemi quando sono arrivati al Buccheri La Ferla, queste due ragazze… ha chiamato il signor ‘bebè’… Massimiliano Vultaggio mi pare si chiama. Massimo ‘u bebè’ dice: ‘Non andate più dalle ragazze, dice tutto a posto’. ‘Ma tutto a posto che cosa? Come, io ho fatto il lavoro, cose, tutto a posto?’. ‘Tutto a posto, dice…’”.

I fratelli gli hanno tolto le pratiche: “… sono andati dalle ragazze, dice: ‘quanto gli avete promesso alle ragazze? Gli ho detto: ‘A quella bionda, mi pare 1.000 euro e all’altra 600 euro, 1.600 euro, a tutte e due’. Perché una si è fatta braccio e gamba e una solo il braccio, mi sembra qua… o mi pare o qua o qua si è fatta, non lo so, un pezzo solo ha fatto, 1.600 euro. ‘Io già gli ho portato i soldi’, dice ‘a te ti posso dare’… dice, ‘nemmeno ti dovrei pagare il lavoro e ti dovremmo ammazzare a legnate’… mi hanno dato 800 euro”. “Una volta che c’era Marino seduto là”, non aveva possibilità di scelta.


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