Malaburocrazia di Sicilia | Le cause e i rimedi - Live Sicilia

Malaburocrazia di Sicilia | Le cause e i rimedi

Commenti

    Una valutazione ideale che si basa però su un mondo che finora non esiste negli enti locali, e non solo in Sicilia, basta leggere gli articoli degli esperti. Un mondo che è inquinato dalle intromissioni pesanti della politica nelle decisioni gestionali, nei trasferimenti da e verso, nelle decisioni sulle risorse umane e finanziarie da dare a questo e quello, nella delegittimazione di certi dirigenti a favore di sottoposti più pronti a seguire i “consigli” dei politici (e viceversa), alle nomine ai vertici di persone poco preparate ma factotum dei politici che di fatto decideranno sulla valutazione e così via. Per non parlare delle intromissioni negli appalti, che spesso portano alla conferma o meno dei dirigenti più o meno sensibili. Tutte intromissioni informali, consigli, suggerimenti, avvertimenti talvolta, mai niente di scritto, una specie di quella concussione ambientale ipotizzata dal PM Antonio Di Pietro. Se non ci fossero queste “piccole” distorsioni, il sistema descritto sarebbe perfetto. Nelle aziende private l’imprenditore ha come obiettivo il profitto. Nel pubblico spesso il politico ha come obiettivo sempre il profitto, ma il suo e dei suoi amici, non quello della comunità. Se è disonesto in termini finanziari e se è “buono” in termini elettorali del suo bacino di voti, ma il buon andamento, il bene comune e l’interesse generale e la fedeltà allo Stato del dirigente e anche del semplice dipendente, spesso contrastano con gli interessi particolari dei politici tipici. Il premio citato nell’articolo ai dirigenti condannati spesso è dovuto a tanti favori al suo politico che non emergono come pure le “punizioni” di carriera sono spesso dovute a troppa onestà e poca disponibilità a cedere sul piano della legalità per favorire questa o quella impresa o privato o anche altro dipendente disonesto ma protetto. Come leggiamo spesso, la segnalazione di illeciti addirittura anche provati, spesso porta all’isolamento. Con gli anni ho imparato che Caligola che aveva nominato senatore il suo cavallo (che poi non è proprio vero), ha numerosi emulatori. A mio parere la soluzione per assicurare una buona amministrazione è più Magistratura penale e Polizia a controllare, meglio se insieme a interni di specchiata onestà eletti dai colleghi, interni spesso più preparati della media dei liberi professionisti. Volendo essere ottimisti, spero che ci sarà davvero un nuovo corso in Sicilia come indicato nell’articolo.

    Concordo pienamente, inoltre non si fa nulla per il buon funzionamento della pubblica amministrazione, servono risorse, personale, formazione ed aggiornamento, un turnover che porti nuove e giovani professionalità, invece, a fronte di una macchina amministrativa vecchia e guasta, non si trova nulla di meglio che scaricare le responsabilità su chi deve condurla, senza preoccuparsi di investire le risorse affinché la macchina possa essere affidabile ed efficiente. Sicuramente ci saranno anche dirigenti incompetenti ed incapaci, ma spesso il rinvio alla mala burocrazia è soltanto un pretesto per distrarre dalla mala politica.

    la politica deve solamente togliere una miriade di norme spesso inutili e dannose al buon funzionamento delle amministrazioni.Deve esemplificare e dare ai dirigenti il potere e la responsabilità della applicazione delle normative,in un quadro chiaro e semplice di norme.

    Concordo parzialmente, in quanto si continua a prospettare un male che non si vuole combattere e dei rimedi che non si vogliono adottare, mi spiego meglio:
    1. nessun uomo politico o forza politica vuole effettivamente separare la politica dalla dirigenza amministrativa,
    2. non può esistere, ma esiste, che un ente pubblico, nel caso specifico la Regione siciliana non abbia una dotazione organica per Assessorato, per dipartimento e per singoli uffici, quindi oggi lo stesso ufficio può avere 5 dipendenti, domani (con lo stesso carico di lavoro) 30 dipendenti.
    3. la mobilità non si vuole fare, è chiaro che servirebbero più dipendenti regionali a Palermo o Catania, ma nessuno vuole risolvere il problema, sarebbe giusto anche avere qualche agevolazione per gli spostamenti o per risiedere dove c’è maggior bisogno di personale.
    4. la Legge regionale 9 del 2015 (pensionamenti) tanto osannata e votata da tutti i partiti all’ARS non aveva e non ha alcun criterio organizzativo, in quanto chi ha i requisiti può andare in pensione, senza alcun metodo o previsione sul fatto che alcuni uffici sono rimasti o resteranno praticamente vuoti.
    5. meccanismi di assunzione, va bene la norma nazionale, ma come assumi se hai 75 mila persone che lavorano nel precariato degli enti pubblici e che vogliono un posto di lavoro, bisognerebbe fare i concorsi pubblici riservando il 50% di posti ai precari, non voglio fare …calcoli !!!
    6. quando si parla di dirigenza regionale perchè non si parla del fatto che i criteri di spostamento (atti di interpello) non tengono conto di quello che invece dovrebbero necessariamente considerare, cioè: personale assegnato quando si chiede l’incarico (ci saranno 1 oppure 9 collaboratori), dotazione finanziaria per l’incarico (non usa più indicare il compenso previsto), dotazione finanziaria per incentivare il personale ma non usa più neanche questo.
    Questi sono solamente alcuni dei problemi che riguardano la Regione, i dipendenti della regione oggi sono 13.500, i dipendenti del Comune di Roma 22.000 ma questi ultimi non si occupano di: Protezione civile, motorizzazione, beni culturali, lavoro e agricoltura, non parlo di quanto guadagnano i dirigenti del Comune… tanto le colpe sono sempre dei dipendenti della regione siciliana, tutti gli altri abitanti sono grandi lavoratori, ma una cosa è sicura …. tutti i nostri figli dovranno o hanno lasciato la Sicilia. Chissà perchè… ma in questo caso la colpa non è dei dipendenti regionali !!!

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