PALERMO – I manager della sanità siciliana, tecnicamente già commissari in quanto “scaduti” (e prorogati), resteranno ancora in carica. Fino a quando? Quasi certamente fino al 31 gennaio del 2024. I decreti di proroga sono già in cantiere, resta da decidere solo la data della scadenza. L’ultima proposta parla del nuovo anno, con l’ottimistica previsione che per quel giorno la Finanziaria sarà già stata approvata e che le elezioni europee saranno ancora abbastanza lontane da non “inquinare i pozzi” di una maggioranza politica che non trova mai facili intese quando c’è da fare nomine.
Manager, l’accelerazione non c’è stata
Diciamo che, volendo, non c’è nulla di particolarmente nuovo rispetto a quanto avevamo anticipato l’11 ottobre scorso, quando era evidente che non c’era neanche un vago accordo politico e i tempi tecnici erano ridotti al lumicino. Eppure, subito dopo le nostre anticipazioni, da Palazzo d’Orleans sono partiti due diversi comunicati stampa, a poca distanza uno dall’altro, con cui di fatto si smentiva l’ipotesi di una nuova proroga e si dava notizia di incontri serrati che avrebbero dovuto portare a una brusca accelerazione. Che non c’è stata.
Le nomine e le strategie della politica
In realtà nessuno credeva davvero alla possibilità di effettuare nomine così attese e importanti alla vigilia della Finanziaria. Quelle dichiarazioni, così come gli incontri successivi, facevano solo parte di quei “teatrini della politica” che la gente comune non comprende ma che gli addetti ai lavori della politica conoscono bene. Fosse calcio si chiamerebbero “finte di corpo”, in politica si chiamano “strategie”. Fanno parte integrante di quel “politichese” che quando la stampa cerca di “smorfiare” viene accusata di invenzioni o illazioni. Così va il mondo della politica, almeno di “certa politica” in Sicilia. Nulla di scandaloso. Vedremo adesso con quale motivazione ci sarà l’annuncio delle proroghe: probabilmente verrà tirata in ballo anche la non ancora completa definizione dell’albo dei direttori sanitari e amministrativi, come peraltro suggerito dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno a LiveSicilia.
Manager, le partite di Messina e Catania
Tornando ai manager della sanità, l’unico problema che si pone da qui a fine ottobre riguarda la sostituzione di Domenico Sindoni, al vertice dell’Asp di Messina, che va in pensione e ha già comunicato la decisione ai suoi più stretti collaboratori. Dovrebbe invece essere prorogato anche il mandato di Gaetano Sirna, attuale commissario del Policlinico di Catania che sembrava in bilico. Sull’accordo politico c’è poco da aggiungere rispetto a quello che la cronaca ha raccontato negli ultimi giorni. Ad ogni incontro tra le delegazioni della maggioranza le distanze tra i partiti sono aumentate. La presunta ripartizione della torta (6 manager a Forza Italia e Fratelli d’Italia, 2 a Lega, Dc e Mpa) non regge e non reggerà nemmeno a gennaio. Soprattutto se Forza Italia, che ha già in quota l’assessore (Volo) e il direttore generale dell’assessorato (Iacolino) pretende di mettere la bandierina sull’Asp di Palermo che è il pezzo più pregiato. Ma ormai, con buona pace di tutti, la discussione scemerà fino a silenziarsi per qualche settimana.
Gli altri dossier aperti
Per gli amanti del “gossip” da corridoio, aggiungiamo: Salvatore Iacolino potrebbe gradire un “trasferimento” a un’azienda importante. L’Asp di Agrigento – tra quelle non metropolitane – è quella più ambita ed è quasi certo che l’attuale manager, Mario Zappia, nonostante il buon lavoro svolto, cederà il testimone. Zappia dovrebbe tornare in Sicilia orientale (e le liti per la successione saranno aspre). Daniela Faraoni, attuale guida dell’Asp di Palermo, potrebbe virare su Catania. Francesco Iudica, dopo la proroga all’Asp di Enna, lascerà il posto per raggiunti limiti di età. Fabrizio De Nicola, attualmente al Garibaldi di Catania, viene indicato come possibile guida del Policlinico di Palermo.