Sicilia, Galvagno: "Sui manager della sanità meglio attendere"

Galvagno: “Piena fiducia in Schifani. Manager sanità? Meglio attendere”

Parla il presidente dell'Ars, che dice la sua anche su Province e Finanziaria
L'INTERVISTA
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PALERMO – La fiducia nella “lungimiranza” del presidente della Regione, “che saprà scegliere sicuramente gli uomini migliori” per la sanità siciliana, ma anche la necessità di formulare un consiglio, pur con tutto il garbo istituzionale del caso, al vicino di casa di Palazzo d’Orleans: “Sarebbe forse più prudente attendere la conclusione delle selezioni per i direttori sanitari e amministrativi”. A due settimane dalla scadenza dei commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, osserva da Torre Pisana alle diatribe interne alla maggioranza di centrodestra sulle nomine dei direttori generali. “Spero che questa litigiosità, che molte volte è anche strumentale e alimentata, possa concludersi”, confida. E sul ddl Province Galvagno raccomanda cautela: “Bisogna reintrodurle ma il percorso va concordato con Roma”.

Presidente, sulle nomine della sanità si continua a discutere (anche animatamente).
“Si tratta di una scelta in capo al presidente della Regione. Sono certo che sceglierà i migliori e che saprà inserirli nei posti più adatti. La litigiosità dei partiti? Certe volte è strumentale e ‘alimentata’, ma spero comunque che possa scemare. Ad ogni modo, tutti si fidano della lungimiranza politica del presidente Schifani”.

Il governatore ha annunciato che non ci saranno proroghe per i commissari, ma il 31 ottobre si avvicina.
“Vorrei che si riflettesse su un dato: le selezioni che riguardano gli elenchi degli idonei al ruolo di direttori sanitari e amministrativi, nomine che spettano ai dg, non sono ancora andate a termine. Chiederemo al presidente di riflettere se sia il caso di nominare dei direttori generali che non avrebbero ancora la possibilità di espletare in pieno le loro funzioni. Forse sarebbe meglio, anche per ragioni di opportunità, attendere due settimane o un mese informandosi prima sulla conclusione delle selezioni in corso. In questo modo le scelte sarebbero più semplici e agevoli”.

Intanto, il presidente della commissione Affari istituzionali, Ignazio Abbate, ha mandato una lettera per avvertire che nessuna ‘scorciatoia’ sarà possibile sulle nomine.
“Faremo tutto nei termini di legge. Non so se ci siano ancora i tempi tecnici per il passaggio in commissione, non ho ancora parlato né con Schifani né con Abbate. Nelle prossime ore, comunque, chiamerò il presidente della Regione per chiedergli, a titolo puramente informativo, se si andrà a una proroga degli attuali commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere o se ritiene di riuscire a formulare le nomine entro il 31 ottobre”.

C’è poi il nodo sul ritorno delle Province. Il ddl giace in commissione Bilancio ma la Delrio è ancora in piedi e c’è il rischio di uno scontro con Roma.
“Sono assolutamente favorevole al ritorno delle Province. Credo sia necessario e indispensabile che esista un ente intermedio tra i Comuni e l’Ars. Vanno reintrodotte il prima possibile ma concorderei il percorso con Roma. Non vorrei che si sottraesse del tempo ad altri ddl per poi assistere a una impugnativa. Serve cautela: facciamo in fretta ma evitiamo di fare cose sbagliate e non concordate che potrebbero portarci a sprecare del tempo e a dare aspettative differenti da quella che è la realtà”.

Nel frattempo si avvicina a grandi passi al Finanziaria.
“Non è ancora arrivata ma l’assessore Falcone (responsabile dell’Economia, ndr) mi ha assicurato che presto avremo i documenti predisposti dal governo per potere procedere con l’esame delle commissioni”.

Schifani punta su una approvazione entro il 2023.
“L’ultima manovra è stata approvata il 10 febbraio, cosa che non accadeva da anni. Quest’anno ci auguriamo di potere fare meglio. Ci piacerebbe riuscire ad approvare la Finanziaria entro il 31 dicembre. Sarebbe una grandissima risposta per la Sicilia e i siciliani”.

Bisognerà fare i conti con gli emendamenti dei deputati.
“In passato c’è stata la tendenza a ‘calare’ tutto nella Finanziaria che diventava così un ddl con dentro di tutto e di più. Ho manifestato più volte ai colleghi l’esigenza di evitare questa tendenza, tra l’altro il percorso dei ddl autonomi si rivela spesso più agevole. Se determinate norme venissero presentate sotto forma di ddl autonomi, anche brevi, avrebbero certamente un iter più veloce rispetto a quello della Finanziaria e sarebbe anche più agevole per ciascun deputato rivendicare il proprio legittimo impegno. Il mio è un auspicio, un augurio e un consiglio”.

Quali norme della manovra le stanno più a cuore?
“Buona l’idea di dare maggiore sostegno finanziario ai Comuni, così come le misure per incentivare l’occupazione. Vorrei comunque sottolineare che esistono altri ddl autonomi da portare avanti, come quello per i sordomuti o i testi portati al tavolo delle assemblee legislative regionali. Sono proposte di legge che affrontano problemi reali e che darebbero risposte a tanti siciliani”.

Sono i giorni del ponte sullo Stretto, si farà davvero?
“Speriamo di sì. Sembra che ci sia ampia disponibilità da parte del governo nazionale e anche quello regionale intende fare la propria parte. Questa volta non ci sono soltanto parole, ma ‘camminano’ anche gli atti”.

Ci sono perplessità sulle coperture finanziarie provenienti dal Fondo sviluppo e coesione destinato ad altre opere.
“Il Ponte è una grande opportunità. Negli anni scorsi ci si è fermati alle parole, ma ora non è così. Non sono contrario a usare quelle risorse, le altre opere si potranno realizzare utilizzando diverse fonti di finanziamento. Mi chiedo, inoltre, se siamo sicuri al 100% di riuscire a utilizzare quel denaro per altre opere: e allora, bene il Ponte”.

Intanto Palazzo d’Orleans prepara un ufficio speciale per tentare di recuperare oltre un miliardo di fondi europei che rischiano di andare in disimpegno.
“L’ufficio speciale è una proposta formalizzata ma non ancora deliberata. Se c’è la buona volontà da parte di tutti possiamo ridurre la quota di soldi che rischiamo di perdere. Dobbiamo lavorare notte e giorno e forse riusciremo a recuperare almeno una parte di quel miliardo. Ci metteremo tutto l’impegno possibile”.

I ritardi comunque non sono imputabili a questo governo.
“Già nel 2017, quando mi insediai per la prima volta all’Ars, chiesi il quadro della spesa dei fondi comunitari. L’assegnazione complessiva era di quattro miliardi e 286 milioni di euro: risultarono spesi appena sei milioni di euro, mentre erano trecento quelli impegnati. Il governo Musumeci ha accelerato la spesa in maniera significativa, per non parlare del fatto che circa un miliardo di quelle risorse fu utilizzato per l’emergenza Covid”.

E arriviamo a questo governo, quel è il suo giudizio?
“Assolutamente positivo. Confidiamo nella lungimiranza e nella serietà del presidente Schifani. Da questa parte ci impegneremo al massimo anche per aumentare i numeri dell’Aula rispetto al passato”.

L’Ars è sempre sotto esame.
“Nei primi sei mesi di legislatura eravamo indietro rispetto al passato per quanto riguarda le ore trascorse in Aula, ma avevamo altri parametri positivi come quelli relativi alle risposte date dal governo alle interrogazioni dei deputati. Voglio ricordare anche che le innovazioni tecnologiche introdotte a Sala d’Ercole, dove gli emendamenti arrivano in tempo reale sui tablet evitando anche lo spreco di carta hanno accorciato i tempi delle sedute. Ad ogni modo sono convinto che a novembre il numero di ore trascorse a Sala d’Ercole sarà quantomeno uguale al passato, se non addirittura superiore”.

E oggi in Aula arriverà anche il governatore, forse troppo tardi per riferire dell’emergenza incendi?
“Qualcuno ha presentato questa obiezione, ma lei si immagina un medico che opera e che nel frattempo viene chiamato dal primario a rispondere del suo operato? Credo sia pretestuoso pensare di sottrarre un presidente della Regione alle sue funzioni nel pieno di una emergenza per venire a relazionare in Aula. Il presidente, ad ogni modo, lo farà oggi”.


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