Manca la manutenzione | A rischio il canale del papiro - Live Sicilia

Manca la manutenzione | A rischio il canale del papiro

La portata idrica dell'antico Acquedotto Galermi  s’è ridotta del 70 per cento, e presto potrebbe arrivare a zero. Dopo un valzer di competenze, non si effettua la manutenzione ordinaria.

SIRACUSA – Da Gelone a Crocetta. Rischia di tradursi così il declino di una tra le più preziose infrastrutture per l’approvvigionamento idrico mai concepite sul territorio siracusano: il Canale Galermi. L’acquedotto, concepito nel 480 a.c. da antica intelligenza greca, vive oggi, per mano della Regione, una fase di depauperamento delle acque che rischia di mettere ko una parte rilevante dell’agricoltura di qualità del Siracusano. In pericolo anche la coltivazione – unica in Europa – dell’antico papiro di Siracusa. La portata idrica s’è ridotta del 70%, e presto potrebbe arrivare a zero, perché da due anni nessuno effettua la manutenzione ordinaria. Il valzer delle competenze, seguito al riordino degli assetti organizzativi dei dipartimenti regionali partito nel 2013, affiderebbe oggi la manutenzione del prezioso acquedotto al locale Consorzio di bonifica. Che però non ha i fondi necessari e, anzi, ha anteposto l’accettazione dell’incarico al finanziamento. L’unica documentazione prodotta in una serie di inutili conferenze di servizi negli ultimi tre anni, dimostra come il Consorzio di bonifica abbia sempre posto una condizione: 400mila euro. Cifra mai arrivata. Fino al 2012 le cose andavano meglio. È dal decreto del presidente della Regione del 18 gennaio 2013, infatti, che l’autorità in materia è passata dall’assessorato regionale alle Infrastrutture a quello al Territorio e ambiente. Il primo aveva sempre affidato la manutenzione al Genio civile. E fino al 2012, a detta degli 800 utenti (che pagano un canone alla Regione), è stata una gestione sufficiente: “Al momento giusto – la descrivono così gli agricoltori della zona – le necessarie opere di manutenzione ordinaria venivano effettuate. Non si era mai arrivati all’emergenza di oggi”. Da quando la competenza è passata all’assessorato regionale Territorio e ambiente la portata idrica si è pericolosamente ridotta: “Nelle parti basse siamo quasi a zero – dicono gli agricoltori – in quelle alte siamo a un 30% della portata massima. Ma tra un mese, specie se non piove, saremo a secco”. Rischia seriamente la propria sopravvivenza anche l’unica piantagione – in Europa – dell’antico papiro di Siracusa (tecnicamente cyperus papyrus). La pianta vive unicamente lungo le sponde di due fiumi: il Nilo, in Egitto, e il Ciane, a Siracusa. Un’azienda privata dal 2003, con il fondamentale apporto delle acque del Galermi vi ha creato attorno un ecosistema naturale, la fa rivivere e ne fabbrica l’antica carta. Ragione per cui è in tutte le guide turistiche del mondo. “Se entro un mese non c’è manutenzione del Galermi, il papiro resta a secco e la piantagione muore”, è l’allarme del titolare, Angelo Mortellaro. Che l’impasse sia serio lo confermano le parole del responsabile della comunicazione del Consorzio di bonifica, Maurizio Scollo: “Siamo stati chiari – dice – siamo disposti a assumere la competenza se ci assicurano un contributo annuo per la manutenzione. Tutto questo è rimasto in aria: quindi, di fatto, la consegna della competenza non è mai stata formalizzata”. Il rischio che tra un mese agricoltori e papiro siano a secco lo confermano al Genio civile: “Il problema, da manutenzione ordinaria – dice l’ingegnere Giovanni Magro – è passato a somma urgenza”. A pagarne le conseguenze: l’agricoltura e un bene architettonico di 2500 anni.

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