Mannino, la procura generale pone | la questione di costituzionalità - Live Sicilia

Mannino, la procura generale pone | la questione di costituzionalità

Il processo
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PALERMO – La procura generale di Palermo, rappresentata da Giuseppe Fici, ha ha posto la questione di costituzionalità del nuovo articolo 603, comma 3 bis (previsto dalla riforma Orlando) del codice di procedura penale, sull’eventuale rinnovazione dibattimentale nel processo a Calogero Mannino, assolto in primo grado dall’accusa di violenza a corpo politico dello Stato nello stralcio in abbreviato del processo sulla trattativa Stato-mafia.

Proprio la scelta di questo rito pone un problema alla luce della nuova legge che recita: “Nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento per motivi attinenti alla valutazione della prova dichiarativa, il giudice dispone la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale”. In questo caso, però, essendo in abbreviato, in primo grado non sono stati escussi testimoni. Però, ai sensi della nuova legge, dovrebbero essere sentiti quelli indicati dal giudice in sentenza e dalle parti civili: una cinquantina di persone tra politici, collaboratori di giustizia e altri testi. La Procura generale ha chiesto “di escludere che l’articolo in questione si applichi anche ai processi celebrati in primo grado nella forma del rito abbreviato; e, pertanto, che in questo giudizio a carico di Mannino non deve necessariamente procedersi ad alcuna rinnovazione istruttoria, per nessuna delle fonti dichiarative valutate dal primo giudice soltanto da un punto di vista cartolare”. L’incostituzionalità sarebbe dovuta alla violazione della norma secondo cui la legge assicura la ragionevole durata del processo, la violazione di non introdurre maggiori oneri finanziari, poi l’eventuale violazione dei diritti della difesa. Gli avvocati difensori di Mannino (Nino Caleca, Marcello Montalbano, Grazia Volo) hanno chiesto di applicare in questo caso la vecchia norma visto che i motivi d’appello sono stati presentati prima dell’entrata in vigore. Adesso tocca alla corte decidere nella prossima udienza del 24 ottobre. (ANSA)

 

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