Semaforo rosso. La Commissione europea ha bocciato il Documento di economia e finanza redatto dal governo italiano, rispedendo di fatto al mittente il testo base per la nuova manovra finanziaria. “Illusione violare le regole senza conseguenze” ha sentenziato il commissario alla stabilità economica Valdis Dombrovskis. Adesso l’Italia avrà a disposizione tre settimane per riscrivere la bozza e ripresentarsi a Bruxelles con le dovute correzioni. Un percorso che, considerando i primi commenti dei ministri giallo-verdi, si prospetta tutto in salita. Ma quali sono i rischi per il nostro paese?
Maggioranza “instabile”, giochi riaperti. Martedì 13 novembre sarà il termine ultimo per mandare il nuovo testo alla Commissione: è probabile che da qui a quella data si riaprano i giochi interni alla maggioranza di governo, per le coperture a tutte le misure proposte. Spetterà ancora una volta al ministro dell’Economia Giovanni Tria tenere in mano il pallottoliere e svolgere il ruolo di mediatore fra le forze politiche. Fiato sospeso fino al 21 novembre, giorno in cui i commissari pubblicheranno il parere definitivo sulla bozza italiana. Se il testo dovesse superare l’esame, mancherebbe soltanto l’approvazione da parte di Camera e Senato. Ma se i cambiamenti apportati non saranno giudicati sufficienti, si aprirà una fase del tutto nuova per l’economia del nostro Paese.
La maxi-multa e il ritorno dell’austerity. Senza una manovra approvata, i primi giorni del 2019 porteranno all’apertura di una procedura per squilibri macro-economici: in sostanza, l‘Europa sanzionerebbe l’Italia per aver messo a rischio la stabilità del rapporto deficit/Pil. Il nostro paese potrebbe essere obbligato a pagare multe dell’ordine di 800milioni, con probabili tagli alla spesa pubblica e il ritorno a politiche di austerità.
Addio ai fondi strutturali. Ma la misura in prospettiva più drammatica resta il paventato stop dei fondi strutturali e degli investimenti europei verso il nostro paese. Secondo le regole approvate nel 2013, il mancato adeguamento della manovra alle regole comunitaria, bloccherà l’erogazione dei fondi Ue: si consideri che la somma ricevuta dall’Italia per il periodo 2014-2020 è stata di 36,2 miliardi di euro. Un ammanco così grande si tradurrebbe in una falla nelle casse dello Stato e, in particolare, in quelle degli enti locali.