Manuale per l'uso di Palermo | Caro turista appena sbarcato... - Live Sicilia

Manuale per l’uso di Palermo | Caro turista appena sbarcato…

foto d'archivio

Sei arrivato in città. Ora, devi sapere che...

Le istruzioni
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Caro Turista, ti abbiamo adocchiato nell’imperscrutabile e sempreverde cuore di Palermo. Eri appena sbarcato da una nave da crociera. E ti guardavi in giro, con un filo di sorpresa. Avremmo perfino cercato di decrittare quel tuo sguardo. Questa città – ecco il concetto che sembrava scorrere in un attonito bulbo oculare – è bella, anzi, bellissima. Però….

Ed è davvero così. Palermo, specialmente quando la primavera strizza l’occhio all’estate, diventa un portento di colori, suggestioni e sfumature. Basta ammirarla per un attimo e rimanere benignamente impietriti dal fulmine di una Medusa che inanella meraviglie su meraviglie. Però…

Ma poi, caro turista, non ci facciamo mancare niente. Sbarcando, hai sicuramente conosciuto il famoso ‘ciaffico’ palermitano. Ne avevi sentito chiacchierare dallo zio di Johnny Stecchino, nel siculiano di un grandissimo Paolo Bonacelli, proprio nella scena in cui si srotola il mantra delle note piaghe. Ora, finalmente, l’hai visto dal vivo, appena sceso dalla scaletta. Un’epifania, un roveto ardente. L’hai visto e ti sarai chiesto: ma come fanno tutte ‘ste macchine a stare in un sì piccolo spazio? E come riescono – i tapini intrappolati – a suonare il clacson con tanta foga, senza che gli scoppino le vene del collo? E dove sarà mai arrivato, in una simile giungla, Paolo Bonacelli, alias lo zio? Sarà riuscito a tornare a casa una volta terminato il film? Oppure, è ancora lì implorare una via d’uscita.

Andando ancora avanti, ti sei probabilmente imbattuto in un esemplare di ‘residentecommercianteristoratore’ alle prese con i magnifici cantieri. Una figura un tempo felice che un giorno vide sorgere accanto alla sua casaattività una trincea di gru e ruspe. E non è che ci sia niente di male, per esempio, nei lavori per l’anello ferroviario. Trattasi, invero, di opere meritorie per la collettività. Tuttavia, forse, si stanno protraendo giusto un po’ troppo. Ecco perché il suddetto esemplare di cittadino ingabbiato, ormai, non parla più. Grida, inascoltato, fino alla raucedine, perché la casa ha perso valore, perché la pizzeria che funzionava discretamente sta chiudendo. Tutto va bene. Però….

E chissà se tu, Caro Turista, hai preso al volo un autobus panormitano, folcloristico, nella sua ristrettezza, tanto che una scatola di sardine pare, al confronto, un deserto assai poco affollato. E chissà se hai incontrato quei pittoreschi personaggi con cappellino e fischietto che, intoccati e visibili, aiutano i palermitani a posteggiare la macchina, in cambio di un obolo estorto con gentilezza, quando uno è fortunato. E chissà se sei inciampato in una delle buche o in qualcuno dei marciapiedi sconnessi, graziosamente esposti ovunque. Chissà.

Tuttavia, non adombrarti, o viaggiatore da crociera. Mica sei disfattista come un palermitano qualunque che annota sempre le spine e mai le rose. Questa è una città perfetta per i turisti. In ogni caso, tu conserva il presente bignami, il manualetto di istruzioni per l’uso, alla stregua di un passatempo, di un promemoria, se vuoi. Ciaffico o non ciaffico, Palermo risplende, rinasce, riemerge. Però…

 

 

 

 

 

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